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Udinese #Yesesladud

Yesesladud: che significa? Chiedetelo al Trio Medusa. Per noi non significa granché, o forse significa molto. Come il pareggio dell’Udinese col Chievo. Non significa nulla, le critiche nel dopo gara si sprecano (una costante a dire il vero...

Monica Valendino

Yesesladud: che significa? Chiedetelo al Trio Medusa. Per noi non significa granché, o forse significa molto. Come il pareggio dell'Udinese col Chievo. Non significa nulla, le critiche nel dopo gara si sprecano (una costante a dire il vero quest'anno...), la partita è bruttina. Ma se si inserisce questi novanta minuti in un contesto più ampio il significato appare più chiaro: l'Udinese stanate in costruzione, quando gioca con le squadre di medio bassa classifica (quasi mezza serie A a essere onesti) fatica. Del resto mancano leader veri, Di Natale è oramai entrato ufficialmente nella sua fase 'all'Altafini', e da tempo si sottolinea che in avanti si segna se la squadra gira. Difficile farla girare però con tanta quantità e poca qualità: chiunque avrebbe avuto problemi quest'anno a ottenere di più, anche se molti si sono convinti che solo chiamarsi Udinese sia significato di risultati.

Le ultime tre stagioni non sono poi così diverse, con la sola differenza che prima Totò appena toccava il pallone questo si trasformava in oro. E in punti. La media realizzata del capitano, specie nelle ultime stagioni ha garantito almeno il 55 per cento dei punti. Oggi per evidenti motivi strutturali della squadra e con l'età che avanza, si è cercato altre soluzioni. Thereau è un'ottima punta alla 'Poggi', uno che offre molto in fase difensiva, ma che sotto porta difficilmente arriva oltre le 11 reti per stagione.

Kone, altro trequartista, non  sta incantando: il suo rendimento dopo il Mondiale è stato segnato dalle fatiche estive, da qualche acciacco di troppo. La grinta è importante, ma non risolutiva. Perso Pereyra in quel ruolo si è avuta la contemporanea flessione di Fernandes, che dimostra quanto sia dura affermarsi dopo una stagione ad alti livelli. Non è una questione tattica, è personalità.

Quella che manca a questa Udinese, che pian piano si è vista impoverita dei suoi uomini chiave. Quando si accusa di non fare 'bel gioco' ci si dimentica spesso che questo è il frutto di buoni calciatori. E un bravo allenatore è tale con questi. Per avere una squadra vincente serve un uomo chiave per reparto: oggi in mezzo è rimasto Pinzi, in porta Karnezis. Ma dopo? Danilo è lineare, ma difficilmente svetta e gli amano molto i gol su palle inattive per affermarsi come aveva fatto Angella (per esempio..). In avanti detto di Totò, le alternative sono state inventate o reinventare (Geijo), ma si può cavare ragni dai buchi, dove non si vedono buchi?

Oggi si critica, si pone l'indice, ma in quest'annata molti si dimenticano di vedere la Luna e si soffermano sempre e solo sulla punta del dito che cerca di indicarla. Yesesladud, dunque: il parei di Verona significa poco, serve solo guardare oltre per iniziare davvero a pensare come alzare l'asticella. Perché una bella partita nasce sempre da due belle squadre, ma soprattutto da buoni giocatori.

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