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L’Inter, l’Udinese e Giacomini che controllava i giocatori a casa….

L'Udinese nel 1979 si riaffacciava alla Serie A. Vagheggi pareggiava i conti con Altobelli, ma Udine sognava al di là dei risultati tra crisi, sacrifici e mister Giacomini che faceva la 'ronda' per assicurarsi che tutti dormissero casa

Monica Valendino

A volte ci si dimentica il proprio passato. Specie chi è nato negli anni '90 (mamma mia che invidia, godetevi in fondo questa ingenua ignoranza), non sa cosa significa la sofferenza della Serie C, la speranza dopo la doppia promozione storica targata Sanson e Giacomini, una Udine combattuta tra lotte sociali e benessere che altro non era che la prima tv a colori per qualcuno. Lì, in quei tempi anche la prima contro l'Inter diventava un modo per risentirsi importanti.

Altro calco: era il 1979, friulani e milanesi si incrociavano alla seconda di campionato. Un settembre sportivamente fantastico con la Ferrari vincitrice del Mondiale (ha dovuto aspettare Shumacher per rivincere) e il grande Pietro Mennea recrodman nei 200 metri. Un mese anche terribile socialmente con la crisi petrolifera che si fa ancora sentire: le gite fuori porta della domenica erano organizzate in gruppo per dividersi le spese, il mare una meta agognata anche se distante solo 60 km da Udine. Meglio le colline, e via con le scampagnate e le partite di pallone. Il tutto mentre nel mondo l’Afghanistan iniziava a vivere i suoi anni bui e la mafia colpiva duro in Sicilia.

A Udine però si sta bene. Si lavora, per fortuna la micro impresa funziona, è faticoso ma a casa si arriva a fine mese. Da altre parti si sta peggio. Così ci si può godere ance lo stadio nuovo, con quell’arco delle meraviglie a troneggiare sul campo e sugli spalti ancora ridotti. Ma più che lo stadio è la squadra a farsi voler bene.

I giocatori, almeno chi non era sposato, dovevano dividersi l'appartamento, magari nel quartiere di Chiavris, tra una vecchia stalla e le case popolari. Al piano terra, dove la luce accesa si notava a distanza e  perdurava fino a notte fonda vivevano in tre, tra i quali Vagheggi e Della Corna. Così non era raro vedere Giacomini fare visita non troppo gradita per assicurarsi che tutti fossero sobri, in pigiama e pronti a dormire alle 9. Faceva la ronda il mister, voleva tutti brillanti, non si fidava del 'ciuffo'.

E quando arrivò la seconda giornata del campionato 1979/80, e l’Udinese sfidava l’Inter dopo quasi 20 anni, proprio il gol di Vagheggi che pareggiava quello di Altobelli fece sognare Udine: nel futur non c’è certezza, si diceva, ma invece da lì è nata una stella che ancora oggi brilla.

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