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Watford e Granada e il futuro della holding

La società da più parti ha sempre ribadito che possedere squadre come Granada e Watford è un’opportunità e non una privazione per l’Udinese. Certamente è una soluzione per far giocare quei calciatori che in Friuli non avrebbero...

Monica Valendino

La società da più parti ha sempre ribadito che possedere squadre come Granada e Watford è un'opportunità e non una privazione per l'Udinese. Certamente è una soluzione per far giocare quei calciatori che in Friuli non avrebbero trovato spazio per scelte tecniche o altro. Certo, visto a posteriori, il discorso porta ad alcuni di loro, come Angella, Ighalo, Murillo, che oggi sono pezzi da novanta.

Ma se col Granada in bilico tra Liga e retrocessione, il discorso appare limitato, a 'preoccupare' molti tifosi bianconeri è il Watford. Se dovesse andare in Premier cosa accadrà? Per l'Udinese non cammineranno i programmi, basati su scelte condivise col tecnico. Certamente ci sarebbero ulteriori partenze verso Londra: Brkic, ma anche giocatori attualmente in prestito come Verre o Alhassan potrebbero essere utili per rinforzare una squadra che nella massima serie inglese, se ci arrivasse, vorrebbe rimanerci. I 100 milioni di euro garantiti per la promozione servirebbero in parte, perché prima di tutto aiuterebbero a consolidare il bilancio e a iniziare a programmare in  grande. Per questo la sinergia con l'Udinese diverrebbe ancora più solida e la necessità di 'prestiti' incombente. Certo se si tratta di giocatori non di primo piano, nessuno ne fa caso all'inizio, tranne qualche solito brontolio. Ovviamente la prospettiva cambia se questi si affermassero. A quel punto i soliti rimpianti nascerebbero spontanei, anche se non è mai detto nel calcio che un giocatore possa rendere ugualmente in situazioni diverse.

Rimane il fatto che in caso di promozione Angella di certo non tornerebbe, lo stesso varrebbe per i punti di forza attualmente in rosa per il Watford.

Anzi, a Udine potrebbe tornare quel Fabbrini, ma per tornare a essere ceduto, mentre Battocchio che è cresciuto proprio agli Hornets (ora sta facendo bene all'Entella), potrebbe essere uno dei pochi che fa ritorno a casa.

Insomma la sinergia è questa: conosciuta, criticata, osservata. Per adesso non ci sono di certo motivi per preoccuparsi, quale rimpianto a posteriori forse, ma nulla più. Domani chissà: come dice il detto nel futuro non v'è certezza. Nel calcio ancora meno, mai dire mai dicono tutti e in tutti i sensi.

Un'ultima considerazione: in caso di Premier è facile immaginare un restyling più ampio a Vicarage Road per accogliere un pubblico che da quelle parti allo stadio ci va sempre, non come in Italia. Ma qui Udine non può di certo storcere il naso col nuovo Friuli quasi pronto a inaugurare le ambizioni non celate da Pozzo.

E il Granada? Come detto qui le cose sono diverse. Appare sempre come un club che aiuta a 'sdoganare' giocatori soprattutto sudamericani (Layun, oggi al Watford e Insua potrebbero vedere Udine). Ma in caso di retrocessione, ovviamente, molte cose cambierebbero. Perché far giocare giocatori già nel giro delle rispettive nazionali in Segundo non sarebbe facile, a meno che non abbiano 17, 18 anni. Per questo la salvezza è un obiettivo primario, anche se oggi difficile.

©Mu

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