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Festa a sorpresa per Zico al Flamengo

Era stato il 17° scudetto della storia, ma non fu mai considerato uno qualsiasi. Perché quell’anno, il 1974, fu il primo in cui Artur Antunes Coimbra, ovvero Zico, prese il mano la squadra e ne diventò, negli anni a seguire, il simbolo,...

Monica Valendino

Era stato il 17° scudetto della storia, ma non fu mai considerato uno qualsiasi. Perché quell'anno, il 1974, fu il primo in cui Artur Antunes Coimbra, ovvero Zico, prese il mano la squadra e ne diventò, negli anni a seguire, il simbolo, l'eroe, l'idolo. Ora il Flamengo, o meglio il Clube de Regatas do Flamengo, di scudetti ne ha vinti 33, ma quello del 1974 rimane tra i più popolari tra i milioni di tifosi del Fla.

Così la sera del 23 dicembre è stata organizzata una festa per ricordare quell'anno: sono stati invitati tutti - solo in tre sono scomparsi nel frattempo: Liminha, Geraldo e Doval - ed è stato registrato anche un messaggio video del mitico allenatore di quei campioni, Joubert Luis Meira, ormai ottantenne. Solo a uno di loro non era stato detto nulla: Zico. Una festa a sorpresa, per il Galinho, che quando è entrato nel salone ha ricevuto l'ovazione meritata. «E' un'emozione fortissima rivedere questi amici, persone che hanno fatto parte della nostra vida, della nostra storia. Quella generazione di giocatori che arrivò dalle giovanili riuscì a fare la storia del Flamengo. E noi, ragazzi di allora, ringraziamo i veterani che ci insegnarono che cosa significava far parte del Flamengo», ha spiegato Zico, che oltre al Flamengo giocò soltanto con Udinese e in Giappone con il Kashima. Tra di loro, festeggiatissimo, ovviamente anche Leo Junior, che negli anni divenne il giocatore con più presenze nel club (oltre 800), prima di viaggiare oltre oceano, e approdare in Italia, al Torino prima e al Pescara poi, per poi rientrare a chiudere, trentottenne, la carriera con il "sacro mantello" del Flamengo.

Corriere dello Sport 

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