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Sacchi: masi stato razzista, solo frainteso

Arrigo Sacchi dopo la bufera ha cercato di spiegare ciò che era ovvio, ovvero che quando ha parlato di troppi ragazzi di colore nelle squadre Primavera intendeva stranieri, extracomunitari, quello che volete. Si sa però che il...

Monica Valendino

Arrigo Sacchi dopo la bufera ha cercato di spiegare ciò che era ovvio, ovvero che quando ha parlato di troppi ragazzi di colore nelle squadre Primavera intendeva stranieri, extracomunitari, quello che volete. Si sa però che il 'politicamente corretto' regna sovrano: certamente Sacchi, uomo d'esperienza nel calcio, dovrebbe stare più attento a quel che dice. Tant'è che oggi ha spiegato che "sono nel mondo del calcio da 42 anni e nessuno mi aveva mai detto che ero razzista. Non lo sono mai stato e ho allenato tanti giocatori di colore. Volevo solo spiegare uno dei problemi del calcio italiano  e lanciare l'allarme sul business legato a questi ragazzi". 

"Sono stupito di quello che è successo ma neanche troppo: so benissimo che in questo mondo il populismo è all'ordine del giorno", ha precisato Sacchi a 'Speciale Champions League'. Evidentemente sono stato disattento, ho spiegato male quali erano i problemi attuali del calcio italiano e uno di questi è che c'è un'affluenza troppo massiccia di giocatori stranieri - ha proseguito -. Negli altri Paesi c’è un orgoglio diverso. Qui c’è anche un business: si commercia sulla pelle dei ragazzi, che vengono qui pensando di aver realizzato un sogno, quando magari non sono nemmeno stati visionati", ha concluso Sacchi, aggiungendo infine che "oggi in Italia parlare di colore fa scatenare tutti i moralisti e i perbenisti che magari devono mettersi a posto la coscienza - ha aggiunto -. Io a certi personaggi non rispondo neanche. Io conosco la loro storia, la conosce tutto il mondo, come tutto il mondo conosce la mia".

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