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Stranieri, la nuova invasione

Lukas Podolski, campione del mondo, strappato all’Arsenal. E Xherdan Shaqiri, venuto via dal Bayern Monaco. I volti nuovi dell’Inter arricchiscono la serie A e accendono la fantasia dei tifosi: pazienza se l’attaccante tedesco e il...

Monica Valendino

"Lukas Podolski, campione del mondo, strappato all’Arsenal. E Xherdan Shaqiri, venuto via dal Bayern Monaco. I volti nuovi dell’Inter arricchiscono la serie A e accendono la fantasia dei tifosi: pazienza se l’attaccante tedesco e il fantasista svizzero fossero scivolati ai margini. Nomi comunque illustri, lampi di qualità in un campionato purtroppo ormai di transizione, destinato a traghettare talenti verso fatturati e ambizioni maggiori. Attorno, però, in questo primo scorcio di mercato invernale, balenano carneadi, promesse e scommesse. Oltre metà dei contratti depositati riguardano calciatori d’importazione poco conosciuti - chi più chi meno -, perciò conviene passarli in rassegna radiografandoli per caratteristiche e curiosità.

"GIOVANOTTONI. Il Cagliari, per cominciare: due giovanottoni per risalire la classifica. Josef Husbauer è un nazionale ceco, centrocampista duttile che sa attraversare il rombo, diga davanti alla difesa o trequartista alle spalle delle punte. Arriva in prestito con diritto di riscatto, formula inflazionata in tempi di vacche magre: se n’era parlato in estate, quando comandava Zeman, s’è chiuso a gennaio con l’avallo di Zola. Insieme a lui, ecco Duje Cop, professione attaccante: conosce l’Italia del pallone attraverso i racconti di papà Davor, spera di lasciare tracce più profonde e non ci vuole molto, considerando che gli almanacchi tramandano 9 presenze e zero reti.

"PROGETTO. Casella Chievo: Andres Christiansen, tante b attaglie e uno scampolo di gloria quando fece un’apparizione contro la Juve in Champions League con il Nordsjaelland: mediano tosto, seguirà il progetto gialloblù per tre anni più opzione. Storie di nuovi arrivi, di nomi e... soprannomi: Joaquin Correa, approdato alla Sampdoria dall’Estudiantes - bravissimo, garantisce Juan Sebastian Veron che l’ha scoperto - è “El Tucu”, perché arriva dalla provincia di Tucuman. Collaudato anche Strinic, colonna del Napoli: l’ha dimostrato già all’Olimpico. C’è poi Cristian Rodriguez, che chiamano tutti “el Cebolla”, nazionale uruguaiano inespresso che cerca rilancio a Parma dopo aver perso più occasioni. All’Atletico Madrid, d’altronde, non aveva più spazio: meglio approfittare dell’opportunità emiliana, unendosi a un gruppo che giustamente non s’arrende e spera nella rimonta per aggrapparsi alla A. Stessa missione per Andi Lila, nazionale albanese, che in patria è stato spesso definito un “guerriero”. Sicura affidabilità, a patto di domare i bollenti spiriti: troppi gialli, in passato.

"IL TALENTO. Kevin Mendez era il gioiellino più conteso. Tutti volevano l’uruguaiano: l’ha spuntata la Roma. Investimento sul futuro, difatti al momento finisce in parking a Perugia per maturare con calma. Giovanissimo anche Suso, strappato a parametro zero dal Milan al Liverpool, dove lo portò Rafa Benitez: di lui si dice un gran bene, la ricostruzione rossonera conta pure su questo ragazzino spagnolo. Al Genoa la novità è Tino Costa, detto “el cañon zurdo” per la legnata di sinistro da fuori area, centrocampista argentino venuto dalla Russia, un passato in Francia e Spagna. Rotte ordinarie, in fondo: vuoi mettere con Fernandinho? Ha dribblato - è una sua specialità, come lo scatto - in Corea del Sud e in Arabia Saudita. Al gruppo, ieri, s’è aggiunto il brasiliano Mauricio, arruolato dalla Lazio insieme all’olandese Wesley Hoedt, che però arriverà in Italia solo a luglio, quando scadrà il contratto con l’Az Alkmaar.

"Corriere dello Sport

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