pordenone

Gazzetta: Il Pordenone c’è

La legge della Dacia Arena è stata fatale anche al Crotone, che è entrato in crisi: un solo punto e un solo gol nelle ultime tre giornate, ma soprattutto un’involuzione nel gioco che deve preoccupare Stroppa.

Redazione

Il commento della Gazzetta sulla vittoria del Pordenone che porta i Ramarri sempre più in alto.

La pattuglia del Triveneto all’inseguimento della capolista si allarga. Il Benevento si guarda alle spalle e, a fianco del Cittadella, vede arrivare anche il Pordenone, appena davanti al Chievo. Se la Serie B regala sempre una neopromossa in zona A, quest’anno deve tenere d’occhio la squadra di Tesser, che quando gioca nel suo stadio (o meglio, a Udine) è devastante: 20 punti su 25. La legge della Dacia Arena è stata fatale anche al Crotone, che è entrato in crisi: un solo punto e un solo gol nelle ultime tre giornate, ma soprattutto un’involuzione nel gioco che deve preoccupare Stroppa.

Il silenzio e la papera

Si è giocato su un terreno perfetto malgrado le tre partite in 5 giorni e, nei primi 14’, in un clima da... provincia, con le voci dei giocatori che arrivavano nitide in tribuna. Poi sono entrati gli ultrà di casa (fuori per protesta contro la Questura) e l’ambiente acustico si è normalizzato. Viste le formazioni, le premesse erano quelle di una partita vivace, dato che i due allenatori non hanno risparmiato attaccanti e trequartisti, tuttavia in zona gol s’è visto ben poco. Il Pordenone ha vinto grazie a un episodio fortunato, ma poi gli è stata negata la possibilità di raddoppiare su rigore. Invece il Crotone ha avuto una clamorosa occasione dopo 11’, quando Simy è partito in contropiede e ha calciato in diagonale di sinistro: Di Gregorio ha parato bene ma soprattutto ha respinto alla grande il successivo tentativo di Vido. Poi, ben poco.

Reazione sterile

Il gol è arrivato al tramonto del primo tempo, quando il Pordenone per l’ennesima volta ha trovato spazio sulla destra (carenti Gigliotti e Mazzotta), stavolta con Gavazzi, il cui cross rasoterra è stato serenamente appoggiato nella propria porta da Mustacchio. Prima in azione analoga ci aveva provato Pobega, perché la squadra di Tesser allargava le punte e facilitava gli inserimenti dei centrocampisti. Nella ripresa il Pordenone invece s’è limitato a gestire il vantaggio, mettendoci sudore e mestiere, senza mai rischiare. E ripartendo un paio di volte in contropiede: al 22’ Strizzolo dopo 40 metri di volata stava per calciare, ma Gigliotti l’ha spinto e Camplone ha deciso di non fischiare. Mah. Era lecito attendersi un corposo assalto del Crotone, ma le imbucate non sono riuscite e i cross sono stati da dimenticare; indolori i tiri da fuori di Crociata e Messias, buono il possesso palla, ma decisamente improduttivo. Per la A serve di più.

tutte le notizie di

Potresti esserti perso