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Messaggero Veneto: «Squadra coesa calciatori motivati: questo Pordenone è destinato a durare»

Foscarini ex tecnico del "miracolo Cittadella" applaude i neroverdi e il lavoro dell'amico Tesser: «Attilio ha creato l'alchimia giusta»

Redazione

Il punto del Messaggero Veneto sul Pordenone.

Il paragone che ai più viene in mente è uno solo: il Pordenone assomiglia al Cittadella. Gioca in un modo simile (4-3-1-2), costruisce la squadra in un modo altrettanto simile. L'osservazione, però, acquisisce però ben altro credito se è fatta da chi, per dieci anni, ha contribuito al "miracolo Citta": Claudio Foscarini. Il tecnico, classe 1958, in granata dal 2005 al 2015, capace di sfiorare la serie A nel 2010, è ora ai box e si concede a una lunga chiacchierata per analizzare ciò che è stata la sua creatura e ciò che sono i ramarri di adesso. «Ci sono tanti lati comuni - riflette -: per questo il Pordenone lotterà fino alla fine per i primi posti».Attilio Tesser, suo coetaneo e suo amico, starà già facendo gli scongiuri...«Ci conosciamo da una vita. Siamo coetanei e trevigiani. E giocavamo assieme nel Montebelluna. Era la metà degli anni '70. Da tecnici ci siamo sfidati molte volte. I risultati parlano per lui. Ma il suo più grande pregio è essere sempre rimasto se stesso. Non è poco in un mondo, quello degli allenatori di calcio, in cui capita di essere apprezzato anche se fai polemica o regali qualche titolo. Lui bada al sodo, lavora».E il suo Pordenone vola. Cosa ne pensa?«Assieme alla società Attilio è riuscito a creare quell'alchimia tra giocatori con cui sopperisce al gap tecnico. Vedo una squadra coesa, con ragazzi molto motivati. I risultati hanno poi dato tanto: il treno è stato messo sui binari giusti, ora va da solo».La famiglia Lovisa ha sempre messo come modello il suo "vecchio" club. Vede delle analogie?«Non sono più a Cittadella ma conosco bene il club e è com'è strutturato. La sua forza è il feeling tra proprietà, il direttore e l'allenatore: sono in pochi a decidere. L'ambiente è professionale e ha la forza di fissare subito i suoi obiettivi. É equilibrato ma allo stesso tempo ambizioso. Il Pordenone mi pare simile. Quando sento parlare il suo presidente vedo una persona con i piedi per terra ma che al contempo vuole far crescere il suo club».

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