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Pordenone, Lovisa: “Cellino è un furbacchione, il calcio deve ripartire”

Il presidente neroverde ha parlato a Radio Punto Nuovo sull'ipotesi della ripartenza del calcio

Redazione

Il presidente neroverde ha parlato a Radio Punto Nuovo sull'ipotesi della ripartenza del calcio:

"La maggior parte dei presidenti della Serie B vuole giocare. Per un discorso di federazione, comincerà qualche settimana dopo, non abbiamo le coppe e possiamo gestirla meglio. Possiamo ripartire anche dieci giorni dopo. Come funzionerà il protocollo? Ognuno deve cercare di risolvere il problema. Noi abbiamo un centro sportivo bellissimo, abbiamo già trovato una struttura che ci ospita e siamo pronti per ripartire. Dobbiamo solo capire il protocollo sull'aspetto sanitario, tamponi, sanificazioni. Per tutto il resto c'è una soluzione. La Lega Pro? Penso di aver capito che è stato fatto un errore, perché le grandi società non credo accettino un sorteggio per salire in B. La cosa comunque dovrà passare in Consiglio Federale, ed il 37% è composto dall'Lnd che non è d'accordo". Anche il suo collega del Brescia Massimo Cellino è stato contagiato dal nuovo coronavirus: "Le differenza tra noi? Non fatemi dire cose che non posso dire. Dirà comunque il campo, ma lui è in una zona veramente colpita, lo stato d'animo è diverso. L'ho conosciuto quest'anno nell'ultima assemblea, è un personaggio. Anche a Cagliari fece molto bene, è un furbacchione, molto preparato. Capisco la sua preoccupazione per la pressione che ha in quella zona, ma penso che anche i suoi giocatori vogliono tornare in campo, anche per i loro tifosi".Sulla ripresa del calcio: "Se analizziamo bene, chi è che non vuole giocare? Al di là del rispetto dei morti, e per il virus che ho contratto anch'io. Ripartire? C'è bisogno di riprendere. Ci sono due titoli di canzoni che mi colpiscono, 'Ricominciamo' e 'Tutto il resto è noia'. Io non voglio che certe cose vengono sottovalutate, ma oltre i 22 che scendono in campo, ci sono tantissime altre persone che hanno voglia di riprendere con le dovute accortezze. Il calcio va visto non solo dal lato sportivo, ma anche dal lato economico. Il 4 maggio deve ripartire anche il calcio, un'azienda come le altre, tutte hanno un'importanza nel proprio campo: guardiamo gli altri paesi europei".Sul taglio degli stipendi: "E' inutile parlare di cose che non sappiamo, bloccare 4 stipendi ai giocatori mi sembra inutile se non sappiamo se e quando si riparte. Bisognerà fare un ragionamento con le carte alla mano. Anche se siamo una società che è da poco in B, cerchiamo sempre di costruire qualcosa. Sono mesi che dico che bisogna fare un tavolo rotondo con presidenti di A, B e C per rivoluzionare il calcio italiano. In particolar modo la Serie C va rivista e rimodulata. La Serie A deve dare un contributo alle serie minori, così come i campionati stranieri. Bisogna collaborare, creare un sistema solido e credibile a tal punto da essere inattaccabili. Se mostriamo compattezza, senza andare ognuno per conto proprio, abbiamo un'altra facciata. Non so perché Malagò vede il calcio con un occhio diverso, ma io sono con Gabriele Gravina che dal primo giorno dice che c'è bisogno di ripartire" conclude il patron neroverde.

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