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Udinese dal ritiro in montagna alla squadra in alto mare

L'Udinese in amichevole non ha solo perso, ha mostrato ingenuità che speravamo il tecnico avesse già messo nel cantiere del restauro.

Redazione

L'Udinese sta in montagna, ma la squadra è in alto mare. Il gioco di parole calza a pennello dopo quasi un mese di preparazione e due amichevoli con squadre di media caratura, ma non di certo trascendentali. Tudor si dice fiducioso, la società idem per bocca del DG Marino, sul quale tutti in Friuli hanno riposto la massima fiducia. Ma visti gli anni precedenti il motto che prevale è "vedere per credere".

L'Udinese in amichevole non ha solo perso, ha mostrato ingenuità che speravamo il tecnico avesse già messo nel cantiere del restauro. Impossibile vedere certi giocatori, da Mandragora a Samir che sbagliano cose che stanno nei fondamentali. Non è solo questione di gambe pesanti. Qui sta il punto. Per ora il mercato ha portato giovani interessanti, ma che come ai suoi tempi Balic (e forse anche oggi) faranno tanta panchina. Poi parametri zero come Jajalo e Nestorovski (previsto a ore il suo arrivo in ritiro) e  in prestito Zeegelaar via Watford. Poca cosa, anche perché questi giocatori a livello tecnico non sembrano poter alzare l'asticella che serve all'Udinese per pensare a una salvezza tranquilla. Unico acquisto Becao, doppione per ora di Samir che sulla sinistra non rende come dovrebbe, per cui serve rimboccarsi le maniche e pensare al perché si è lasciato andare D'Alessandro e trovare uno alla sua altezza.

Manca un goleador da affiancare a Lasagna: una coppia davanti da 23 reti in due è essenziale per vivere abbastanza serenamente. Il ds Marino spiega poi che su De Paul « non ci sono state offerte adeguate, perciò abbiamo la possibilità di farlo rimanere grazie alla famiglia Pozzo, ma non possiamo tenerlo con le catene. Non abbiamo necessità di fare plusvalenze». In effetti il problema De Paul non è da poco conto: il suo possibile arrivo e la conseguenza permanenza a Udine porterebbe sconquasso. Ricorderete che già l'anno scorso per sua stessa ammissione ha faticato molto all'idea di rimanere dopo le lusinghe di alcuni club (la Fiorentina, ndr). Viola che rimangono in pole anche oggi, ma non per trenta milioni. Potrebbero inserire Saponara, ma attenzione agli equilibri tattici che proprio con l'argentino hanno avuto ripercussioni costringendo i vari tecnici a giocare sempre alla stessa maniera. Per questo l'ex Empoli appare una voce. De Paul potrebbe quindi finire in Spagna o addirittura al Watford per un giro interno di scambi. Intanto i procuratori del numero 10, Leandro Pereiro e Augustin Jimenez, sono sempre a caccia dell'offerta giusta da recapitare sul tavolo di Gino Pozzo, ma l'Udinese sa già che nel caso non arrivasse De Paul si rimetterebbe agli ordini di Tudor. Con che spirito e con che posizione in campo sarebbe tutto da verificare, al di là delle parole di stima (e di rito) che lo circondano in un calcio fatto con gli stampini).

Per la mediana piace Walace, ma anche qui il prezzo chiesto dall'Hannover è alto, troppo per l'Udinese che però dovtebbe iniziare a fare investimenti per costruire una rosa più sensata rispetto a quella delle passate stagioni. Oggi come ieri appaiono tanti doppioni, poche idee sul futuro canovaccio di gioco e qualche giocatore scontento.

Infine le cessioni: Simone Scuffet ha declinato l'offerta degli azeri del Qarabag e ora valuta le offerte dall'Europa; lo svedese Svante Ingelsson è destinato al prestito al Venezia; il senegalese Mamadou Coulibaly verso il Cosenza, per tutti gli altri in attesa c'è agosto per sperare in una sistemazione se non vogliono fare la fine di alcuni colleghi che nel recente passato sono finiti in naftalina.

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