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Cambiano le sensazioni, non la sostanza: l’Udinese è avvitata su sé stessa

Tre sconfitte diverse nella forma, ma dalle conseguenze identiche: la classifica non si muove, e domenica c'è il Brescia. Dal mercato nessuno squillo, il grande assente rimane il gol

Redazione

E sono tre. Applausi a San Siro, mugugni da parte di chi si era sobbarcato la trasferta al Tardini, rassegnazione dei tifosi presenti al Friuli domenica. Cambiano gli stati d'animo, la sostanza no: dopo tre vittorie di fila contro Cagliari, Lecce e Sassuolo, l'Udinese ha incassato altrettante sconfitte, a cospetto di Milan, Parma e Inter.

Il più otto sul Genoa, terzultimo, fa dormire sonni relativamente tranquilli, per ora. Domenica, però, i bianconeri saranno di scena a Brescia, contro una squadra che probabilmente ha nella sfida con i friulani l'ultimo treno per tentare di raggiungere la salvezza.

La si può guardare da molteplici prospettive, ma la realtà dell'Udinese intristisce da qualunque angolazione. Scegliamo il lato del mercato: a gennaio sono arrivati Zeegelaar e, ieri, Prodl. Da dove? Che domande: dal Watford, naturalmente.

Dov'è finito Pussetto, uno che, a nostro giudizio, alla causa bianconera avrebbe fatto comodo. Eccome se avrebbe fatto comodo. Nel mentre, continua a non materializzarsi un elemento che nel calcio ha un filino di importanza: i gol. Trovare un attaccante da 15 gol a gennaio è complicato, provarci, secondo noi, era doveroso.

Niente da fare, nemmeno su questo versante. Si vivacchia, sperando in tempi migliori, augurandosi che la salvezza arrivi agli albori della primavera, e cioè ben prima della fine del campionato. Per i sogni, ripassare più avanti.

Massimo Pighin

 

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