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Chievo e quota salvezza nel mirino

L'Udinese deve fare sua l'intera posta in palio col Chievo per arrivare alla quota salvezza, che non dovrebbe essere superiore a 37 punti

Redazione

Messa ormai alle spalle l’amara sconfitta di Marassi avvenuta per mano della Sampdoria, l’Udinese si concentra su quello che e’ concretamente il suo obiettivo primario: il raggiungimento della quota e del cosiddetto porto-salvezza. Per farlo, la nave bianconera con al timone Gigi De Canio dovra’ tagliare nell’arco dei prossimi tre giorni la fatidica quota dei quaranta punti, unanimemente considerata come il punteggio medio da ottenere per considerarsi virtualmente, se non matematicamente, salvi.

Gli avversari da affrontare sul terreno che pare finalmente tornato amico del “Friuli” sono, per posizione di classifica e qualita’ tecnico-tattiche, alquanto tosti. Si comincia questo pomeriggio contro il Chievo e si proseguira’ con l’infrasettimanale di mercoledi’ quando a render visita a Danilo e compagni sara’ la Fiorentina. Prima di tutto pero’, la sfida contro i gialloblu guidati da Rolando Maran, tecnico che in riva all’Adige sta facendo benissimo, e che ormai da tempo gode della stima della famiglia Pozzo.

Facendo un confronto tra le compagini che l’Udinese si appresta ad affrontare, notiamo subito una cosa: i cosiddetti “mussi” non dispongono sicuramente di una rosa competitiva come quella della Viola, ma se Maran sta conducendo il proprio team verso l’obiettivo dichiarato dei 50 punti il merito va ascritto al tecnico trentino, capace di entrare bene nella testa dei propri giocatori e di farli rendere al massimo delle proprie possibilita’. Un gioco pratico, ordinato ed essenziale quello dei clivensi, fondato su una difesa abbastanza solida, su un centrocampo che abbina con criterio quantita’, grazie ai vari Radovanovic ed Hetemaj, qualita’ con Birsa, ed un attacco dove, perso nella finestra invernale di mercato Paloschi passato alla corte di Guidolin allo Swansea, Meggiorini si rivela sempre attaccante utile alla causa; all’occorrenza, come avvenuto nel turno precedente, Sergio Pellissier continua inoltre a segnalarsi come un bomber senza eta’. Gli uomini del presidente Campedelli costituiscono pertanto un complesso che l’Udinese dovra’ affrontare nella maniera migliore. Sotto questo aspetto, aiutano i recuperi di Felipe, Badu e Bruno Fernandes costretti al forfait nella trasferta ligure.

Ma, al di la’ di questi importanti re-innesti nella formazione anti-Chievo, cio’ che la squadra di De Canio dovra’ mettere in campo per cullare buone speranze di successo e’ la determinazione feroce ammirata due settimane or sono contro il Napoli, fattore che a Genova e’ nuovamente disceso nell’ombra, pur ammettendo che la sconfitta patita contro i blucerchiati non e’ stata di certo contornata dall’atteggiamento remissivo e rassegnato che aveva purtroppo contraddistinto la maggior parte delle sedici sconfitte sin qui collezionate dai bianconeri. Un ritorno ad un certo tipo di mentalita’ da mettere in campo da parte dell’Udinese si nota, sul costante mantenimento nel tempo di questo tipo di approccio, il lavoro da svolgere e’ ancora parecchio. Sbrogliando in maniera tangibile questa intricata matassa, e dunque non solo attraverso il perseguimento di risultati positivi, De Canio si gioca le proprie chances per convincere la dirigenza bianconera a confermarlo anche il prossimo anno.

Un’ultima notazione da amarcord legata ad Udinese-Chievo: sempre ad aprile, ma del 2013, si giocava Udinese-Chievo, fu vittoria per 3-1, l’Udinese allenata da Guidolin comincio’ ad intuire che la rimonta verso l’Europa League non era un sogno impossibile da raggiungere, e mattatore di quel giorno in un sunto di tutte le sue qualita’ tecniche, fu Antonio Di Natale. La sua fu una doppietta che condensava astuzia per quanto riguarda la prima segnatura, frutto di un insistito e convinto pressing sul portiere avversario, e classe nel caso della seconda, un magistrale colpo al volo dopo un lunghissimo cross proveniente dall’opposta fascia rispetto alla posizione di tiro del bomber. Una prodezza da considerare come uno dei piu’ bei gol in carriera del cannoniere napoletano ed una delle marcature di maggior qualita’ in 120 anni di storia del calcio friulano. E’ legittimo affermare che di ricordi non si vive: ma confrontare quelle magie con l’attuale situazione di Toto’ relegato al ruolo di separato in casa, mette inevitabilmente un po’ di malinconia.

Sergio Salvaro

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