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De Paul, il gaucho dell’Udinese: “Vogliamo finire in crescendo”

Il fantasista argentino sta migliorando di domenica in domenica: "Il calcio italiano è diverso, ti impone maggiore attenzione tattica. Delneri mi ha aiutato tanto". E sul finale di campionato sottolinea: "Il nostro obiettivo è scalare qualche...

Castellini Barbara

Sono pochi i giocatori ai quali tifosi e ultras dedicano cori "ad personam". Rodrigo De Paul è uno tra questi. Ieri pomeriggio, nel corso della Festa bianconera organizzata in piazza Venerio (l'evento proseguirà anche oggi con iniziative rivolte a bambini e famiglie), infatti, il fantasista argentino è stato inneggiato dal caloroso e numeroso pubblico presente. Segno che anche se è arrivato solo otto mesi fa, De Paul è già riuscito a fare breccia nel cuore dei sostenitori friulani, probabilmente per la grinta e la determinazione con le quali scende in campo ogni domenica. Ecco cosa ha raccontato nel corso di un'intervista rilasciata durante i festeggiamenti.

De Paul, doopo un inizio non facile, ora sembra che la sua stagione sia finalmente "sbocciata"...

Sì, la prima stagione è sempre un po' così. Il calcio italiano è un po' diverso, ma penso che adesso tutta la squadra stia facendo un buon campionato.

Cosa è cambiato nell'Udinese con l'arrivo di Delneri?

Il mister ha le sue idee e noi ci alleniamo per scendere in campo e mettere in pratica ciò che ci chiede. Ciò che conta è il lavoro. Noi diamo sempre il 100 per cento. Io? Sì, credo di essere migliorato. Il calcio italiano è molto tattico. E' la mia prima volta in Italia e quando uno arriva qui deve migliorare tatticamente. Il mister parla con me sempre. Stiamo facendo un buon campionato. Ovviamente giocando si ha la possibilità di crescere.

Qual è stato l'aspetto più difficile da assimilare?

Ci sono tante cose diverse. A cominciare dalla lingua, dal modo di preparare le partite, dalla vita. Adesso mi trovo molto bene qui. Il mio unico pensiero è giocare bene qui a Udine.

Ma su quelle voci di mercato che la riguardano cosa ci dice? Si è parlato anche di Juventus...

Sono cose che io non devo ascoltare. Adesso voglio concentrarmi solo sulla prossima sfida a Torino. Come dicevo prima, a Udine sono molto felice e voglio continuare così.

Sulle sue spalle c'è un numero importante: il 10 che era stato di Di Natale. Le piacerebbe un giorno diventare un simbolo di questa squadra?

Credo che Totò sia stato il giocatore più importante che abbia giocato a Udine. Il numero 10 sarà sempre suo, io ce l'ho "in prestito". Ripeto, qui mi trovo veramente bene e ci tengo a rimanere. Tutti noi vogliamo ora fare più punti possibile in questo finale di stagione, cercando di scalare qualche posizione in classifica.

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