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Di Natale, la quiete dopo la tempesta

Di Natale tra presente e futuro: oggi deve chiarirsi con De Canio accettando le regole che il tecnico ha imposto e che sono semplici. Gioca chi merita e chi si allena col gruppo. Domani deve scegliere cosa fare dopo aver smesso col calcio giocato....

Monica Valendino

La quiete dopo la tempesta: Di Natale sabato, alla notizia dell'esclusione dalla lista convocati per la gara col Napoli, pare non abbia reagito proprio bene. Ovvio. Ora però la presunta minaccia di chiudere prima la stagione sembra allontanata, forse è stata una reazione dettata solo dal momento.

Martedì pomeriggio ci sarà un primo colloquio con Gigi De Canio, poi in settimana Di Natale incontrerà anche i Pozzo per capire cosa fare in futuro. Che smetta a giugno è scontato. Il Paròn ha sperato che continuasse ancora un anno, ma il capitano fisicamente non se la sente.

L'errore del club, forse, è stato non prendere mai una decisione netta, come fatto a suo tempo dalla Juve con Del Piero. Lo stesso vale per la Roma e Totti. E' chiaro che dinanzi a certe bandiere le emozioni si scontrano con la logica dettata dall'età, certo è che quest'anno per Di Natale sembra essere sempre più un calvario. Un solo gol segnato, qualche lampo con giocate delle sue, ma anche un ruolo ibrido, mai chiaro.

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Colantuono a suo modo ha cercato di prendere in mano la situazione, ma i metodi dell'ex tecnico non sono mai stati diplomatici per cui il risultato è stato un quasi addio a dicembre da parte di Di Natale.

De Canio è stato, invece, limpido e chiaro: nessuna dietrologia, nessuna cosa nascosta. Ha spiegato in conferenza stampa che gioca chi merita, ovvero chi si allena sempre col gruppo e dimostra di stare bene.

Ha così cementato il gruppo e messo davanti alle scelte Di Natale: che ora può cercare di stringere i denti (i problemi fisici sono noti) e cercare di aggregarsi ai compagni, oppure accettare un finale quasi da spettatore. Nessuno lo criticherà, anzi qualunque scelta faccia avrà sempre il rispetto per quanto fatto in questi anni. L'epilogo è dettato dal tempo che passa inesorabile per tutti, non per altre questioni.

Rimane il futuro: a Udine una scrivania per gestire, magari anche sul campo, i giovani è pronta. Difficile un ruolo tecnico accanto all'allenatore. Così rimangono vive anche altre possibilità, con l'Empoli che rimane sempre un'opzione concreta.

Rimane il presente: la salvezza dell'Udinese prima di tutto, il gruppo prima di tutto. De Canio lo ha fatto capire e Totò, da protagonista qual'è stato in questi anni non può non comprenderlo.

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