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Ecco Iachini: vogliamo riportare entusiasmo

Il tecnico ex Palermo si è presentato agli organi di informazione: "Mi sono chiesto spesso come mai una squadra con queste caratteristiche non sia riuscita a raccogliere molto in casa..."

Castellini Barbara

Capitolo zero. Per il terzo anno consecutivo l'Udinese riparte con un nuovo progetto tecnico. A guidare i friulani per le prossime due stagioni, infatti, sarà Giuseppe Iachini, ex tecnico del Palermo che da oggi è ufficialmente il mister bianconero. Concretezza, umiltà e lavoro quotidiano sono le caratteristiche che l'allenatore di Ascoli Piceno vuole infondere al gruppo bianconero, ancora tutto da definire. E' quanto è emerso dalla conferenza stampa conclusasi pochi istanti fa allo stadio Friuli.

Mister, questa è un'opportunità importante per lei...

Ci tenevo a ringraziare la famiglia Pozzo, tutta la società che hanno avuto fiducia in me e nel mio staff. Per quanto riguarda la stagione scorsa, va valutato il progetto complessivo a Palermo, dove siamo rimasti due anni e sei mesi. Siamo riusciti a valorizzare alcuni giocatori, che sono diventati uomini importanti per la società. Siamo felici di essere arrivati qui, in una società organizzata, seria, in un ambiente con uno stadio magnifico, con tifosi che rappresentano il dodicesimo uomo in campo. Con professionalità e serietà ci auguriamo di rispondere con i risultati sportivi.

Con quale spirito è arrivato?

Sono arrivato qui con molto entusiasmo, i ragazzi sono convinto che riusciranno a dare le soddisfazioni che sono mancate nell'ultima stagione.

Il suo nome è arrivato un po' a sorpresa, ci può spiegare come avvenuto il contatto con l'Udinese?

Avevo ricevuto altre proposte, ma nelle ultime settimane ci sono stati alcuni contatti con il presidente e ho deciso di accettare.

Ha chiesto delle garanzie?

A grandi linee abbiamo parlato della squadra e nei prossimi giorni vedremo eventuali ritocchi da effettuare per migliorare la rosa. Abbiamo iniziato questa avventura con la consapevolezza che questo percorso porterà risultati positivi. C'è la volontà di dare un'identità alla squadra.

Quale obiettivo le ha chiesto la società?

Lavorare sulla squadra, valutare tutte le componenti. Campionato che possa essere tranquillo, senza rinunciare a fare qualcosa in più.

Negli ultimi anni l'Udinese ha un po' perso la capacità di lanciare giovani. Lei in passato ha visto esplo

Ci sono giocatori da attenzionare bene tra quelli che attualmente sono in prestito altrove. Vedremo poi di creare il giusto mix tra giocatori esperti e giovani.

Non sarà il caso di ricreare uno zoccolo duro italiano?

Questo è uno degli aspetti di cui abbiamo parlato. Sarà importante trovare qualche giocatore che sia in grado di fare da collante all'interno dello spogliatoio.

Che idea si è fatto di questa Udinese?

Qui sono passati tecnici molto validi. Dall'esterno è una squadra che conosco perchè l'ho affrontata, ci sono giocatori con ottime abilità tecniche. Una domanda che mi sono fatto è come mai in uno stadio così la squadra non sia riuscita a raggiungere determinati risultati, andremo ad analizzare queste situazioni. Credo che i giocatori possano fare di più.

Nelle sue precedenti esperienze ha spesso utilizzato il 3-5-2. Pensa che questo possa essere il modulo di partenza per l'Udinese?

I moduli nascono dalle caratteristiche dei giocatori, bisogna creare l'abito giusto e renderlo produttivo a livello di punti. Mi è capitato di giocare con il 3-5-2 e non nascondo che questo possa essere l'assetto in grado di esaltare le caratteristiche dei giocatori che ha in rosa. Ci piace un calcio propositivo, che giochi, in grado di divertire i tifosi.

Ha conosciuto Felipe a Siena, ci sono altri bianconeri che ha allenato in passato?

Avendo cambiato diverse panchine, Felipe è uno di questi. Un ragazzo dalle buone abilità, un ottimo professionista, ho piacere di ritrovarlo. Un altro che conosco è Lodi, l'ho avuto giovanissimo a Vicenza. Era arrivato da Empoli come trequartista, ma ho preferito inserirlo davanti alla difesa, un'intuizione che poi gli ha portato bene, visto che è in quella posizione che ha sviluppato quasi tutta la sua carriera.

Il problema del gol è stato una costante della passata stagione. Come pensa di ovviare a ciò?

Secondo me tutti debbono partecipare al gioco d'attacco, si deve far sì che il discorso del gol debba riguardare un po' tutti, così come nelle azioni su palla inattiva. Faccio un esempio: Rigoni, che era un centrocampista da uno o massimo due reti a campionato, con noi ha fatto 9 gol.

Di Natale come dirigente è un'ipotesi percorribile?

Totò è stato una parte importante della storia di questa società. Ma per capire le sue intenzioni dovrebbe rispondere la società.

Quanto conta la gestione del gruppo?

E' importante saper coinvolgere con empatia e con lavoro tutte le componenti che la società ci mette a disposizione e lo staff, compreso quello medico, ma tutti in generale. I meriti possono essere di tutti, ma le responsabilità sono le mie.

Lei arriva da una situazione un po' complicata a Palermo, crede che la società abbia scelto lei per una certa analogia con l'Udinese?

In realtà parliamo di situazioni diverse. E' mancata la condivisione del progetto tattico e dell'impiego di alcuni elementi. Poi sono ho dato le dimissioni, sono andato via. Ho visto grande entusiasmo da parte della famiglia Pozzo, attraverso un percorso di lavoro e di crescita, che speriamo si realizzi in un breve periodo. Sono fiducioso in questo senso.

Quindi valuta positivamente la squadra?

Presi singolarmente sono buoni giocatori, forse non si è trovata una chimica giusta. Sicuramente con uno stadio e una rosa così non aver fatto un numero di vittorie adeguate è il primo punto sul quale interrogarci. Mercato? Per quella che è la mia idea, ci sono alcune situazioni da valutare.

Visto da fuori, che sensazioni le ha dato il nuovo stadio?

Lo stadio è fantastico, deve diventare la nostra forza, la nostra casa, dobbiamo creare le componenti, i comportamenti, in modo tale che questo stadio diventi una bolgia per i nostri tifosi.

Restando in tema, i tifosi sono rimasti un po' "scottati" non solo per i risultati insoddisfacenti, ma anche per la gestione che li ha tenuti a distanza. A lei piace essere accanto alla gente oppure è più un "sergente di ferro"?

Non parlo molto, lavoro sul campo, perchè credo sempre che solo migliorando individualmente i giocatori si possano ottenere risultati. Sono abituato comunque ad arrivare in ambienti dove cose non vanno bene... Nel tempo siamo riusciti a ribaltare le situazioni, speriamo di ripeterlo anche qui a Udine, con umiltà e con la consapevolezza che solo attraverso il lavoro si può far tornare l'entusiasmo, che per tanti anni questa piazza ha avuto.

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