udinese

Ecco il Di-Week, la settimana di Di Natale

Questa sarà inevitabilmente la settimana dove si parlerà più di Di Natale che di altro: ma del resto dal giocatore che ha scritto la storia dell'Udinese, non ci si può attendere un finale silenzioso

Monica Valendino

Sarà inevitabilmente la settimana di Di Natale quella che sta per cominciare in casa bianconera. De Canio ha aperto una porta nei confronti del capitano, ma ora sta a lui entrarci.

Se viene a bussare alla mia porta, questa è sempre aperta: tutti siamo a sua disposizione perché lui abbia il giusto tributo, poi le decisioni dell’allenatore su chi mandare in campo nascono da altre valutazioni solo tecniche. La mia disponibilità è sempre stata totale, non l’ho mai messo fuori rosa e mai cancellato. Ho solo fatto capire che volevo certe cose. Raggiunto l’obiettivo, mi farebbe piacere che anche lui avesse voglia di partecipare, ma non dipende da me. La mia porta è aperta”, le parole del tecnico dopo la partita con l'Inter.

Il giocatore non parla da settimane, per lui lo ha fatto il suo agente subito dopo la scelta di De Canio di non convocarlo: “Penso che l’avventura di Di Natale a Udine sia finita, almeno dalle sensazioni che ho avuto. Penso che lui abbia ancora voglia di giocare. C’è un’opzione con l’Udinese, ma non ci sono le condizioni per esercitarle", aveva detto.

La situazione rimane aperta, ma anche complicata in un certo senso. De Canio sa bene che deve gestire al meglio tutto questo, sa che Di Natale non è, e non sarà mai un giocatore come gli altri, ma gli equilibri all'interno dello spogliatoio sono fragili. Vero che lo stesso De Canio per Adnan, che prima del Chievo non si era allenato in gruppo, ha fatto uno strappo alla regola. "Si può cambiare idea in taluni casi", la spiegazione del tecnico lucano, che sa che con Di Natale cambiare idea potrebbe non bastare. Perché la domanda è: a Totò basterà la passerella finale nel suo stadio per tendere la mano?

L'ESEMPIO DI TOTTI Er Pupone l'ha fatto, e si è messo a disposizione di Spalletti alla Altafini. Quel ruolo tanto  decantato anche a Udine per Di Natale, ma mai riuscito. Ci hanno provato Stramaccioni e Colantuono a farglielo accettare, ma non ci sono riusciti. De Canio ha preso di petto la situazione, ha fatto l'allenatore, non è sceso a compromessi e ha avuto ragione.  Totti l'altro giorno  ha chiesto e ottenuto di potersi allenare prima dei compagni, da solo, per non perdere la seduta tecnica del giorno: nel suo personalissimo programma è importante mantenere il ritmo giornaliero. Ma quello del capitano giallorosso  è anche un gesto, dimostrare con i fatti di essere sempre presente, senza sconti rispetto ai compagni.

DI NATALE E' DIVERSO Per anni si è allenato in solitudine e nessuno ha mai detto nulla: come si fa a dire qualcosa quando uno segna 20 gol almeno a stagione? Ora, tornato sulla Terra non può esimersi dal cercare di essere uguale agli altri, perché con un gol all'attivo quest'anno in uno spogliatoio le regole tornano uguali per tutti. Per ora non sembra esserci stato, le ultime tre settimane cosa accadrà?

Di Natale ha scritto una favola probabilmente irripetibile a Udine e come tutte le favole merita se non un lieto fine, almeno un finale con la giusta dose di sorrisi e lacrime. Non riusciamo davvero a immaginare un addio silenzioso.

FUTURO STELLE E STRISCE Intanto per il futuro di Totò è spuntato Nesta, ma è nata anche l'ipotesi New York Cosmos, che vorrebbero guarda caso anche Totti. Chissà come convivrebbero i due, sarebbe un'altra bella storia da raccontare.

tutte le notizie di

Potresti esserti perso