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Esami di riparazione

L'Udinese chiamata a riparare una classifica che si sta facendo di nuovo preoccupante. Ma gli esami di riparazione non finiscono, conta società che stravolge il lavoro estivo e la squadra che deve cancellare prestazioni a dir poco incolori

Redazione

C’e’ stato un tempo nel quale l’Udinese ci stupiva conquistando a ripetizione partecipazioni alla Coppa Uefa. C’e’ stato un tempo nel quale questa squadra esaltava tifosi ed addetti ai lavori, meritandosi l’accesso ai preliminari di Champions e trascinando allo stadio in pomeriggi assolati o all’aeroporto di Ronchi dei Legionari nel cuore della notte autentiche onde umane tinte di bianconero. Momenti che fanno parte della storia e che vanno all’uopo ricordati e celebrati. Momenti da sogno.

Il friulano, come qualsiasi tifoso che si rispetti, sogna, se le condizioni sono tali da portare a questo. Ma la concretezza che da sempre lo contraddistingue lo porta a tornare subito con i piedi per terra e ad analizzare in maniera serena, lucida e costruttiva la realta’. E la realta’ ci dice che l’Udinese di questa stagione, un po’ come sei o quattordici anni fa, ma in un contesto ad oggi ancora piu’ serio e pesante rispetto a quei tempi, dovra’ badare a salvarsi. Nel 2002, dopo che Roy Hodgson era stato defenestrato per lasciare spazio in panchina a Giampiero Ventura, la squadra visse un momento che la porto’, dopo i successi esterni su Milan e Chievo, piu’ o meno in questo periodo dell’anno e del torneo, ai margini della zona Uefa. Pur finendo col pagare dazio per l’inadeguata preparazione atletica voluta in estate dall’attuale ct dell’Inghilterra, e pur sprofondando in classifica a primavera, quell’Udinese evito’ il baratro nel quale l’avrebbe spinta la Juve nell’ormai famoso 5 maggio alla penultima giornata, nell’altrettanto famoso successo in zona Cesarini a Lecce. Non solo: Ventura pago’ con la non riconferma quel trend negativo a cui non aveva saputo porre adeguato rimedio dopo la superficiale gestione del suo predecessore, ma gli va ascritto il merito di aver fatto crescere, specie dal punto di vista tattico, diversi elementi che avrebbero poi fatto le fortune dell’Udinese nel successivo triennio gestito in panca da Luciano Spalletti.

Anche nel 2010, dopo una situazione messasi davvero male tra Natale –con l’esonero di Pasquale Marino- e la breve serie di partite che videro Gianni De Biasi –altro tecnico passato per Udine e che vedremo come ct ai prossimi Europei-esonerato dopo un match disastro a Marassi contro il Genoa, la squadra si ricompatto’ in maniera saggia e proficua attorno al richiamato Marino. Che quella squadra avesse degli indubbi valori tecnici e meritasse la tutto sommato tranquilla salvezza che ando’ a conquistare dopo un trimestre davvero buio, lo dimostro’ l’anno dopo Francesco Guidolin, che con buona parte degli elementi allevati e cresciuti da Marino avrebbe centrato un memorabile quarto posto con l’accesso ai preliminari di Champions.

Oggi la situazione e’ completamente diversa: quegli elementi di positivita’ che si scorgevano tra il marasma dei precedenti descritti, allo stato attuale davvero non esistono. La corsa salvezza alla quale qui ad Udine, nel corso degli ultimi vent’anni anni, si guardava spesso come ad un problema che concerneva altre squadre, e’ argomento che ormai tocca nel profondo le vicende di casa bianconera. E la corsa salvezza, specie in un campionato come quello italiano (ma non crediamo che all’estero sia poi cosi’ diverso)  vede molti degli attori protagonisti somigliare tanto a quegli studenti delle scuole superiori di un tempo, studenti che magari per un quadrimestre ed anche qualcosa di piu’ per motivi diversi non rendevano, ma che poi, per evitare una bocciatura attraverso il rischioso salvacondotto degli esami di riparazione, o proprio per evitare il fastidioso e non privo di insidie prolungamento a settembre, tiravano fuori il meglio di se nella seconda parte dell’anno scolastico, cercando di salvare il salvabile. Nel campionato di quest’anno questo ruolo sembra se lo stia ritagliando in particolar modo il Carpi che ha preso a macinare risultati, seguito a ruota da Genoa e Palermo.

 A modo suo,  in casa friulana l’esame di riparazione lo sta gia’ sostenendo la dirigenza, impegnata com’e’ a “rivoluzionare” il centrocampo nella finestra invernale di mercato con gli innesti di Kuzmanovic e Hallfredsson e Matos per  l’attacco. Insomma, una prima, parziale ammissione degli errori e delle manchevolezze che hanno caratterizzato la campagna acquisti-cessioni della scorsa estate.

Ai ripari sta cercando di correre anche mister Colantuono: per il match casalingo di questo pomeriggio contro la Lazio, che potrebbe dire molto sulla sua permanenza o meno in panchina ad Udine, il tecnico di Anzio cerca di “riappropriarsi” della squadra che ha smarrito nel post 6 gennaio (in questo senso vedremo se il ritiro di questa settimana avra’ sortito gli effetti sperati) e rimescola le carte: sicuro l’impiego di Duvan Zapata dal primo minuto, probabile la riproposizione di Ali Adnan sulla corsia mancina, con Edenilson riportato al ruolo di cursore destro e con Widmer spedito a meditare in panchina; da vedere poi come verra’ rimodellato il resto del centrocampo. Per un Lodi sottoposto alle “cure” dei francobollatori di turno negli ultimi tre match e pertanto depotenziato nel suo ruolo di cervello della mediana, potrebbe esserci un turno di riposo. E’ comunque da ritenere che solo all’ingresso in campo delle formazioni per il riscaldamento pre-partita si capira’ davvero chi tra il neo arrivato Kuzmanovic o un Guillherme da rivalutare dopo l’infortunio trovera’ –se cosi’ fosse- spazio in luogo del napoletano ex Catania. In tanti si sono dunque calati in questo clima da esame di riparazione utile ad evitare bocciature senza appello: la societa’ sta cercando –tardivamente, lo ripetiamo- di fare il suo, per  tecnico e giocatori il “tema” da svolgere si chiama Lazio. Un compito non semplicissimo, visto che davanti l’Udinese si trovera’ una squadra che, pur alle prese con diversi problemi di formazione, sta dando chiari segni di ripresa dopo un autunno grigio.

Nel corso di questo esame di riparazione, tutti avranno qualcosa da conquistare o riconquistare. Colantuono dovra’ “riconquistare” i suoi ragazzi riportandoli alla disciplina generale, tattica sul campo di gioco, morale nel rispetto totale della maglia che indossano, e dovra’ conquistarsi la fiducia “vera” della societa’, per ora limitata alle parole di patron Pozzo. I giocatori dovranno poi riconquistarsi l’affetto e una fetta della loro credibilita’ nel riguardo dei tifosi. Questi ultimi, da sempre si sono calati nella parte dell’amico presente nel momento del bisogno, e pertanto non faranno mancare il loro supporto nemmeno questo pomeriggio, ma nel contempo non ammettono piu’ che verso i colori bianconeri, ricchi di una storia ultracentenaria e per certi versi gloriosa, vi sia quella mancanza di attaccamento che si traduce in prestazioni umilianti, prive di gioco e di senso, come quelle andate in scena negli ultimi tre turni di campionato. 

 

Sergio Salvaro @MondoUdinese

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