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Ex Udinese: Fava Passaro: “Udine ambiente ideale per ogni calciatore. Mi piacerebbe vedere lo stadio”

L'ex attaccante dell'Udinese Dino Fava Passaro ha ripercorso la sua avventura in Friuli

Redazione

L'ex attaccante dell'Udinese, Dino Fava Passaro ha ripercorso la sua avventura in bianconero parlando anche della squadra attuale. L'ex punta centrale bianconera oggi in forza alla Vis Afragolese, ha militato in Friuli dal 2003 al 2005 collezionando 66 presenze e 19 reti totali. Queste le sue parole ai microfoni di Udineseblog.it: "Di Udine ho tanti ricordi bellissimi: la nascita di mio figlio, il gol a San Siro...lì stavo benissimo, tanto che quando Pierpaolo Marino decise di lasciare Udine per andare al Napoli di De Laurentiis e mi chiese di seguirlo, gli dissi di no. E non mi sono mai pentito di quella scelta, anche se poi ci sono rimasto male quando l'anno dopo, nell'anno della Champions, il presidente mi chiese di andarmene per una questione di 'bonus' che avevo maturato".

L'attacco dell'Udinese segna pochi gol, perché secondo te?: "Me lo chiedevo anche io. Seguo sempre con grande interesse l'Udinese, ho un debole per Lasagna. Secondo me è davvero un bel giocatore, veloce, forte. Penso che il suo problema sia il fatto di non riuscire ad autoconvincersi delle qualità che ha. Mi auguro ritrovi la tranquillità per superare questo problema. Penso senta la pressione delle aspettative che ci sono sul suo conto. Lo vedo bene accanto ad Okaka, sono una coppia che può fare molto: deve crederci anche lui".

L'ambiente dell'Udinese :"Udine è l'ambiente ideale per qualsiasi calciatore. Come ho detto, lui sente di dover dimostrare e questo, a livello psicologico, lo penalizza. Ricordo quando arrivai io in Friuli: Spalletti mi buttò subito in campo e per me non ci furono problemi. C'era Iaquinta che in quel momento non viveva un momento brillante e faceva fatica. Poi si è sbloccato".

L'Udinese si sarebbe salvata, o si salverà se la stagione proseguirà?: "Sicuramente. Ha fatto bene e non avrebbe rischiato nulla, nonostante nell'ultimo periodo la classifica si sia fatta più complicata".

Fermare o ricominciare il campionato? "Innanzitutto credo che il primo pensiero vada alla salute e alla sicurezza di tutti. Non riesco, però, a pensare ad una stagione incompiuta, a nessun livello. Anche nelle categorie più basse, in cui alcuni presidenti come il nostro dell'Afragola hanno investito tanto, è importante chiudere il torneo. Che si faccia a porte chiuse, in estate, con il caldo, in notturna: non importa. Capisco che questa sia una situazione completamente nuova, difficile da gestire. Ma penso che, una volta tornati alla normalità, più che resettare tutto sia necessario concludere i tornei che erano già stati giocati per due terzi".

Ritorno a Udine? "Non ho ancora visto il nuovo stadio. Spero di poterlo fare appena tutto tornerà a posto. Mi piacerebbe potermi godere una passeggiata in città e ritrovare gli amici che ho lasciato. L'augurio sincero è che possa accadere presto: sarebbe una cosa molto significativa".

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