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Felipe: Mandi friulani

«Alcuni dirigenti passano e rimarranno un nome su una scrivania. I protagonisti veri sono quelli che rimangono sul campo anche dopo aver tolto la maglia». Una risposta piccata a chi gli ha sbattuto la porta in faccia quando ha chiesto di...

monica.valendino

Felipe non ci sta. Si sente tradito dal club, come del resto tutti - tifosi e anche qualche giornalista - ha sottolineato. Il friulano d'adozione dopo aver dato tutto per due anni, risultando di fatto il miglior difensore in rosa è stato ceduto alla Sapl. Solita questione di spiccioli.

Lui con  stile ha voluto salutare tutti con un video. Senza lesinare critiche a una persona in particolare. «Sono arrivato a Udine che ero un ragazzo, poco più di un bambino – ha scritto il difensore passato alla Spal –, ora vado via a 32 anni da uomo. Ho girato diverse squadra, ma sono tornato da dove ero partito: Udine. Questa terra, questa città mi hanno dato tutto, mi hanno fatto sentire a casa». Qui ha messo su famiglia e tornerà quando smetterà di giocare. «Avrei voluto fortemente finire con voi a Udine la mia carriera, non è stato possibile e non per volere mio – ha puntualizzato –. Vi dico grazie e mandi (il saluto in lingua friulana ndr), non addio». Poi l’affondo finale: «Alcuni dirigenti passano e rimarranno un nome su una scrivania. I protagonisti veri sono quelli che rimangono sul campo anche dopo aver tolto la maglia». Una risposta piccata a chi gli ha sbattuto la porta in faccia quando ha chiesto di prolungare il contratto di un anno: Gino Pozzo.

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