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Frosinone da sogno, Udinese da incubo

L'Udinese sbaglia completamente approccio nella gara considerata più importante. E Colantuono sembra avere parecchie responsabilità per come ha gestito la gara, prima e durante. Stellone, meno esperto del tecnico bianconero, ha saputo leggere...

Monica Valendino

Ci risiamo. L’Udinese non è affatto uscita dalla crisi, anzi ci ripiomba a pieno titolo, risucchiata sempre più verso il basso dal Frosinone tutta sostanza e sogni di salvezza. La vittoria sul Verona ha forse esaltato più di qualcuno, ma oggi va rivista completamente.

La fame nel calcio si dice faccia la differenza e quanto visto al Matusa lo conferma. I bianconeri non si capisce bene se siano leziosi, impauriti, arroganti o tutte le cose fatto sta che la truppa del sergente Colantuono si è trovata in un campo minato e man ha saputo opporre nulla. E il tecnico non è sembrato saper leggere in minima parte la gara, né prima, né durante, a differenza del suo omologo Stellone, meno esperto, ma molto più pragmatico..

Non sono servite le precauzioni quali la partenza anticipata, gli allenamenti romani nascosti da occhi indiscreti, ma nemmeno la presenza settimanale a Udine di Gino Pozzo. Questa volta l’Udinese ha perso con tutte le componenti presenti, per cui è ancora più grave.

Grave anche perché davanti c’è la  Roma guidata dall’ex Spalletti,  il Sassuolo  che oramai ha preso il posto di provinciale di lusso proprio ai danni dei friulani e il Napoli che punta al titolo.

Anche il 4-3-3 nuovo corso mette in luce difetti congeniti e una pochezza tecnica che accresce di fronte all’intelligenza di Stellone che ha proposto un 4-4-2 che ha coperto tutti gli spazi facendo aggredire alti i bianconeri.

E il Frosinone sogna: davanti ha il Carpi e se vincesse potrebbe proprio pensare di essere a un passo dai bianconeri.

Insomma la situazione è grave, ma Colantuono anche alla vigilia non sembrava volerla vedere così. Sarà che mancano veramente 6-7 punti alla salvezza matematica, ma per farli serve una squadra e l’Udinese oggi ancora non sembra esserlo.

Grave doppiamente perché a marzo inoltrato non si capisce come può diventarla.

Ora vedremo che scossa deciderà di dare la società bianconera, intanto il Frosinone operaio se la gode. Con  pochi soldi e tanta organizzazione, con la passione di chi sta in campo, per lo più italiano, ha dato una lezione alla multinazionale (anche societaria) Udinese. C’è da imparare la lezione per il futuro, ma soprattutto per il presente.

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