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Gino Pozzo: Le critiche? Vorrei che fossero sospesi, ma nel calcio chi perde deve tacere

Gino Pozzo racconta le sensazioni che lo hanno portato alla decisione di tagliare Iachini: "Non si poteva continuare così, non era l’Udinese quella: siamo abituati a fare calcio in un’altra maniera da queste parti"

Redazione

Da molti è considerato un manager che pensa più al Watford che all'Udinese. Gino Pozzo, presente al Bruseschi per i primi allenamenti di Delneri, racconta che «ho distrutto un telecomando guardando una delle ultime partite dell’Udinese», le sue parole al Messaggero Veneto. «Non si poteva continuare così, non era l’Udinese quella: siamo abituati a fare calcio in un’altra maniera da queste parti, abbiamo sempre raccolto risultati attraverso il gioco, in particolare durante le nostre annate migliori, con Zaccheroni, con Spalletti, con Guidolin in panchina. Gioco che adesso non siamo riusciti neppure a veder abbozzato in questi tre mesi con Iachini. Lui ha un’altra idea, vuole arrivare al risultato in altro modo. E non è quello adatto a questa realtà».

Così ecco Delneri: «È uno con le idee chiare. Mi ha chiesto cosa vogliamo e gli ho detto: i risultati attraverso il gioco, metta pure chi vuole in campo e se servirà qualcuno funzionale al progetto a fine dicembre me lo dica. I giocatori ci sono. Anche troppi. Ma adesso è meglio così: scelga pure Delneri chi far giocare, chi tenere, al resto penseremo quando si riapre il mercato. I giudizi? Le critiche? Vorrei che fossero sospesi, ma nel calcio chi perde deve tacere e lavorare».

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