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Gotti, “Non sarò io il nuovo allenatore. Col Genoa mi aspetto un’Udinese che giochi a calcio”

Udinese: mister Luca Gotti

Le parole del vice allenatore bianconero alla vigilia della sfida di Marassi

Redazione

Luca Gotti, che domani, domenica 3 novembre, guiderà l'Udinese contro il Genoa al Marassi dopo l'esonero di Tudor, ha presentato così la sfida: "L'aspetto personale del guadagnare o perdere dalla situazione non mi interessa, lo tolgo dai miei ragionamenti: non ha nessuna rilevanza. Non è rilevante l'1-7 o lo 0-4: c'è una partita difficile contro il Genoa. Dopo due sconfitte brutte, umilianti sotto il profilo sportivo, che hanno provocato l'esonero dell'allenatore, la mia logica è rendere il calcio il focus. Vogliamo parlare di calcio, delle cose più semplici, di ciò che riguarda la partita. In questo momento voglio parlare solo di calcio, togliere pesantezza".

"Il Genoa nelle ultime due partite ha ritrovato entusiasmo, ha liberato la testa. Il loro primo tempo col Brescia è stato difficoltoso, si avvertiva ancora qualche scoria. Poi, improvvisamente come spesso avviene nel calcio, un episodio ha fatto scattare la scintilla, liberando la testa dei giocatori, che si sono espressi secondo le loro potenzialità. A Torino hanno fatto bene. Il nostro obiettivo è pensare a noi".

"Quello che è successo a Udine negli ultimi dieci giorni non è normalità. Dopo la partita col Torino io per primo avevo detto che mi sembrava fossimo sulla strada giusta. Si è perso tutto, contemporaneamente: aspetto fisico, tattico, agonistico. E questo vale per tutti i calciatori. E' evidente che abbiamo dimostrato che questa squadra non è quella vista nelle ultime due partite".

"Quello che mi aspetto di più è l'atteggiamento: non dobbiamo subire la partita, dobbiamo andare a giocare a calcio. Voglio vedere giocare a calcio, vincere i duelli: mi aspetto il calcio, senza dare troppa importanza agli esperti. Marassi, dove ho giocato tante volte, è uno stadio emozionale. Per com'è fatto, per i tifosi rossoblu: dobbiamo essere preparati alle difficoltà che necessariamente arriveranno".

"Il mio ideale? Mi piacerebbe mettere undici singoli nelle loro condizioni migliori per sfruttarne le qualità. Abbiamo delle dotti, mi piacerebbe riuscire a tirar fuori quelle di ognuno. Cercherò di fare le mie scelte con serenità. Non resterò: sono un collaboratore tecnico un pò atipico, non ho l'ambizione di fare il primo allenatore, ruolo che ho già rivestito. Ho avuto un'esperienza spiacevole, dal mio punto di vista, come primo allenatore. Quello del collaboratore tecnico è un altro lavoro. Il mio impegno è cercare di essere il miglior vice allenatore possibile: è quello che voglio continuare a fare, sperabilmente in questa società".

"Ho entusiasmo, serenità e forza per ricoprire questo ruolo fino a quando sarà necessario. Che Genoa mi aspetto? Credo che la formazione, al di là di un paio di dubbi, ci sia già, così come il sistema di gioco. L'allenatore del Genoa dà più importanza all'atteggiamento, che è chiaro: giocare a calcio. Da una partita di calcio bisogna venir fuori avendo dato tutto quello che si ha: mi aspetto un Genoa di questo tipo, mi auguro di vedere un'Udinese così".

"Non è l'ultima partita di campionato: ce ne sono altre 27. La prima cosa da fare è costruire un percorso virtuoso, darci certezze dal punto di vista dell'atteggiamento: queste sono le priorità. Andiamo in cerca di queste cose, che sono i presupposti sui quali si costruiscono i risultati".

 

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