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Il bivio

Frosinone-Udinese: il bivio per entrambe, ma per l'Udinese è l'occasione di dimostrare finalmente di aver ritrovato una sua quadratura e la continuità. Vietato sbagliare

Monica Valendino

Va detto che l'Udinese nelle gare importanti di questi ultimi tre anni ha sempre risposto positivamente: chissà perché quando i bianconeri si trovano con l'acqua alla gola, poi riescono sempre a tornare a galla.

Col Bologna tre anni fa, Francesco Guidolin rischiava parecchio, poi Scuffet e soprattutto Di Natale salvarono la baracca. Da quel momento l'Udinese si mise praticamente in salvo.

L'anno scorso, quando a dicembre la situazione si stava complicando dopo quattro gare senza vittoria, la squadra di Stramaccioni trovò l'asso nella manica andando a vincere a Milano contro l'Inter. Allora furono Fernandes e Thereau a riportare serenità e da quel momento l'Udinese non fece faville, ma non rischiò nemmeno mai di retrocedere.

Quest'anno le gare chiave per Colantuono sono già più di una: all'andata quando la sua panchina sembrava già traballare, la sua Udinese piazzò il colpo d'ala a Bologna, con Zapata mattatore. Nel ritorno è storia recente la vittoria sul Verona nel momento peggiore degli ultimi tre anni della società bianconera.

Una vittoria che ha dato respiro, ma che non significherebbe nulla se a Frosinone non ci sarà il bis, o almeno un punto che tenga lontani i ciociari.

Insomma, l'Udinese non può sbagliare.

Modulo nuovo, vecchi interpreti però: dei nuovi arrivi di gennaio scenderà in campo solo Kuzmanovic probabilmente, segno che la vecchia guardia non andava messa all'angolo, ma rivitalizzata. Di Natale, Fernandes, Guilherme, sono diventati gli uomini chiave. Il capitano dopo un periodo burrascoso nella fine del 2015, sembra aver ritrovato serenità, forse anche dopo qualche colloquio chiarificatore col tecnico: non ci sono mai state litigate, come qualcuno ha sostenuto, ma è chiaro  anche che  le vedute non sempre  sono coincise.

Fernandes per ora continua a essere un gioiello grezzo, che va tra alti e bassi: la fiducia concessagli e ripagata col Verona è un nuovo inizio.

Per Guilherme, pupillo di Gino Pozzo, dopo l'infortunio ora è tempo di risposte.

Sono loro a dover dare qualità a una squadra che riparte dal 4-3-3, dopo mesi di 3-5-2 che ha portato davvero poco, anche se lo stesso Colantuono l'ha sempre difeso a spada tratta. Ora la svolta o la ricaduta: il bivio è chiaro, anche tattico. Perdere significherebbe dimostrare che i nei non contano se non c'è motivazione. Sbagliare strada non è ammesso. La tradizione favorevole nei momenti cruciali aiuta a essere ottimisti, ma sarà il campo del Matusa a dire se questa Udinese è davvero uscita dalla crisi.

 

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