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L’Udinese e la difesa da piccola bottega degli orrori

(Photo by Enrico Locci/Getty Images)

I bianconeri si suicidano dietro con errori che appaiono una piccola bottega degli orrori. Peccato, perché senza quelle distrazioni fatali il Cagliari avrebbe faticato e un pari ci sarebbe stato.

Monica Valendino

Ci sono tre cose che fanno oggi giorno paura ai bambini meno smaliziati: il buio, i posti chiusi e la difesa dell’Udinese. I bianconeri si suicidano dietro con errori che appaiono  una piccola bottega degli orrori. Peccato, perché senza quelle distrazioni fatali il Cagliari avrebbe faticato e un pari ci sarebbe stato. Con i se e i ma non si calcio e l’Udinese paga i suoi limiti contro una squadra, quella sarda, arcigna e combattiva, che nonostante tante assenze sa giocare di sciabola più che di fioretto. L’Udinese che fino a due settimane fa aveva imparato quanto meno a sgarfare, oggi appare leziosa, ma anche talmente imprecisa davanti che sorge il sospetto sue tanti attaccanti riescano assieme a farne almeno due.

La ripresa riparte con Farias che sbaglia ancora una volta un gol facile facile, dopo l’ennesimo svarione difensivo bianconero. Gol sbagliato, go, subito e Fofana dalla distanza la mette nell’angolo dove Storari non arriva. Ma è un’illusione: Isla crea, Sau concretizza, ma la difesa bianconera è da suicidio.

Thereau per fortuna c’è e con un tiro dalla distanza coglie un palo, emblema di una gara double face dove i bianconeri cercano fino all'ultimo di pareggiare, ma si vede che manca concretezza, complice anche il secondo palo colpito da Peñaranda.

Inutile girarci sempre attorno: la cura Delneri ha dato una scissa, ma la cura di questa squadra passa per ben altro. Ora Bologna, Atalanta, Crotone e Samp per cercare di tenere a distanza chi sta dietro, che fa la lumaca per adesso, ma l’anno scorso deve tenere tutti sull’attenti. E magari calmi.

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