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Udinese, sei davvero vestita bene?

Dopo 27 punti in 25 fare, solo 21 gol fatti e ben 38 subiti torna di moda la domanda che ci si pone da tre anni a questa parte: ma davvero questo 3-5-2 è il modulo migliore possibile per l'Udinese?

Monica Valendino

L'Udinese stenta: al di là della prestazione che può essere più o meno confortante, sono i numeri a dire che c'è qualcosa che non va a livello strutturale. E torna sempre prepotentemente fuori il discorso del modulo.

Perché questo 3-5-2 da tre anni a questa parte fa discutere e i risultati non aiutano a far dire che 'sono solo numeri'. Perché se è vero che l'abito non fa il monaco, è anche vero che un vestito può dare più o meno portamento a un modello.

Due anni fa Francesco Guidolin che di fatto ha inventato questo modo di stare in campo, non ha avuto la forza di cambiarlo nonostante i migliori fossero andati via. Questo schieramento fa leva su mezzali e ali, se queste funzionano tutto sta in piedi, altrimenti sono guai. Allora però si sottovalutarono certe partenze mai sostituite con giocatori all'altezza e si imputò il calo alla fine di un ciclo.

Ciò nonostante Guidolin tentò in un paio di occasioni di cambiare, proponendo un 4-2-3-1 molto più solido: il risultato fu una gara con la Fiorentina spettacolare e vinta 1-0 (con gol di Heurtaux, il quale fu posto come terzino destro, Danilo e Domizzi centrali e Basta sulla sinistra).

L'anno scorso Stramaccioni quando arrivò non osò cambiare l'intelaiatura, nonostante storicamente non abbia mai interpretato il 3-5-2. La spiegazione fu accettata come logica conseguenza dopo anni di uno stesso modulo, con l'intento di cambiare durante la stagione. Ma non gli fu possibile: anzi, forse questo è stato il suo errore fatale. In amichevole in Germania e poi sempre con la stessa Fiorentina gli unici veri tentativi poi abbandonati, pur se i risultati sono stati in entrambi i casi confortanti. Con i Viola Widmer fu abbassato a fare il terzino con Wague, Danilo e Piris a completare la retroguardia: 2-2  e tanti applausi alla fine. Poi però Strama tornò subito alla difesa a tre.

Colantuono nella sua storia di allenatore mai aveva giocato con la difesa a tre, eppure a Udine l'ha sposata senza se e senza ma. Unica eccezione nel secondo tempo col Milan e nel primo col Bologna all'andata. Nel primo caso fu quasi rimonta storica, nel secondo una prestazione opaca. Ma possono 90 minuti effettivi dare indicazioni certe su un modulo?

Insomma questa Udinese perché deve giocare sempre con un modulo dove  ali e mezzali non rendono? 21 gol fatti sono forse la punta dell'iceberg dell'intero problema. Colantuono da inizio stagione afferma con convinzione che non c'è altra soluzione tattica, ma da fuori non sembra così. Certo qualche sacrificio ci sarebbe col cambiamento, tipo Lodi non avrebbe più motivo di stare in campo visto il suo ruolo da regista basso (anche se in un centrocampo a rombo potrebbe lo stesso essere utilizzato).

A centrocampo però si potrebbe  anche pensare a una linea a tre per non snaturare le caratteristiche di alcuni, con Hallfredsson che potrebbe giocare come a Verona, Kuzmanovic e Guilherme o Fernandes a completare il terzetto.  Più copertura, ma anche più spregiudicatezza per chi sta davanti dove un  trequartista potrebbe agire dietro alle punte.

Ma serve provare e forse la paura è la spiegazione per la mancata sperimentazione. Ma è anche vero che dall'altra parte i punti non stanno arrivando e si sta rischiando grosso se non si cambia qualcosa.

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