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Tutto come previsto: Udinese, si guarda al futuro. La squadra è la stessa

Salata anche Heurtaux al Nantes che sembrava fatta, tranne Wague, Kone, Peñaranda e Armero la squadra è la stessa. Ora tocca a Delneri farla diventare da una bella squadra a una grande squadra. Barak l'acquisto in prospettiva migliore

Monica Valendino

Udinese, che bella squadra. Così abbiamo titolato dopo la vittoria sul MIlan. In effetti se lo vuole, l’Udinese sa essere fatale contro chiunque. Certo non perfetta certo, con qualche errore, certo con un po’ di fortuna, ma anche cinica, imprevedibile, compatta.

Peccato che un buon psichiatra la definirebbe ‘sofferente di bipolarismo’. Una squadra che passa dall’esaltazione di una vittoria bella e meritata come quella con i rossoneri, a prestazioni come quella di Empoli.

Senza titoli di studio così nobili, un tifoso la definirebbe semplicemente immatura. E qui Delneri dovrà intervenire, dando dimostrazione di saper motivare chi sa, in fondo al cuore, che questo campionato può al massimo portare la squadra a sinistra (non politicamente, ma come classifica). Ma l’Atalanta dista 11 punti, altre grandi davanti si stanno azzannando per quei  sei posti che garantiscono l’Europa.

Però senza una motivazisnione vera si rischia di giocare belle partita quando i riflettori si accendono, poi magari si cade nella noia quando ci sono partite come quella col Chievo.

IL MERCATO Come previsto non c’è una Udinese nuova dal mercato: tutto come anni fa, diversamente dalla scorsa stagione quando ci fu una rivoluzione, tutte le operazioni fatte sono in prospettiva (tranne Ranégie, incomprensibile),

Alla fine è rimasto Heurtaux quando sembrava fatta col Nantes. Lo conferma anche il suo agente, Andrea D’Amico, ai microfoni di Sportitalia: “Ho provato a piazzarlo fino alla fine. Non c’è stato però niente da fare, resta ad Udine”.

L’unico arrivo come avevamo previsto, nonostante le numerose voci dell’ultima giornata che servono tanto elle tv specializzate, è Gnoukouri, centrocampista che darà una mano e magari qualche volta farà rifiatare Fofana. Non un titolare insomma. Non è titolare, ma è un gran bel prospetto il giovane Barak, punta che presumibilmente sarà il rimpiazzo di Zapata, che tornerà al Napoli

IL vero colpo è Lasagna, peccato arrivi solo a giugno e intanto sia inspiegabilmente tornato Ranégie.

Rimasti tutti, quindi stessa squadra. Pregi e difetti rimarranno gli stessi, a meno di una crescita (anzi una maturazione di alcuni elementi). Fofana non può essere solo polmoni, ma serve anche lucidità nel leggere i momenti della partita e la posizione die compagni, De Paul, al di là della rete al MIlan, rimane un ibrido che non si sa ancora quanto utile sia a questo modulo, Kums se non riesce a imitare quanto fa Hallfredsson, difficilmente sarà utile là dietro davanti alla difesa e farà da spalla allo svedese in attesa di andare al Watford.

Poi le solite disattenzioni e soprattutto la cronica diffidenza col gol da parte di Zapata. Non è un problema, assicurano dal club, ma se la punta presa per sostituire Di Natale vede la porta come si vede Marte senza telescopio, allora il problema c’è. Magari meno corsa e sacrificio lo faciliterebbe nella lucidità, ma sta a Delneri trovare la giusta alchimia, facendo anche scelte che sradichino quello che è stato fino ad oggi l’undici base, una bella squadra che però deve trovare continuità e. Più gol dalle punte per diventare una grande squadra, senza sperare che il mercato l’abbia stravolta.

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