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Udinese all’esame Cagliari. Ma la retrocessione sarebbe un “affare” per Friulani e Watford

Ma anche solo pareggiare col Cagliari rischierebbe di far andare per storto il panettone ai tifosi e al 'povero' Gino Pozzo che vede anche il Watford sprofondare. Anche se economicamente anche la retrocessione pagherebbe. Il 'paracadute' per...

Redazione

Definire importante Udinese - Cagliari è ovvio. La squadra di Gotti rischia di sprofondare, lentamente come nelle sabbie mobili e come in questi casi con la paura che farebbe da padrona e con la difficoltà a rialzarsi tirandosi fuori da una situazione che si fa complicata, ma c'era chi aveva messo in guardia tutti: Tudor che in estate aveva affermato che sarebbero stati guai ad illudersi a non pensare solo alla salvezza, ma anche noi da tempo avevamo sottolineato i problemi comuni a tutti questi ultimi anni, ovvero una difesa a tre inguardabile (221 gol presi in un lustro), una rosa mal assortita e piena di doppioni dove non serve e priva di alternative sulle fasce per esempio, poi un De Paul che da lusso sembra più un lesso che serve tenersi perché svalutarlo ora sarebbe deleterio per le casse del club. Ma l'argentino alla fine è l'ago della bilancia: ibrido che deve adattarsi fare la mezzala senza avere doti difensive valide, anche se lui e altri lo dipingono adattissimo a questo ruolo. Impossibile vederlo trequartista (faceva fatica Baggio a imporsi in quel ruolo..), mentre come punta toglierebbe posto a uno tra Lasagna e Okaka, senza dimenticare i vari Pussetto e Nestorovski, senza dimenticare il povero Teodorczyk. Meno male che il Brescia per ora non ha approfittato del recupero col Sassuolo, che intanto inizia a decollare.

Poi c'è Gotti, il galantuomo della panchina che di calcio ne capisce, ma che si trova ad avere ereditato per forza una situazione difficile. Lui lo sapeva,  non passa giorno in cui non ribadisce che vuole fare il vice. Così facendo perde carisma sulla squadra che dopo la gara col Genoa (vuoi per orgoglio vuoi per pochezza dei rossoblu targati Motta), ha ottenuto ben pochi risultati e due figuracce e mezzo (Juve, Lazio e la Spal che poteva pure vincere). Ora la sosta dirà se vuole cambiare, ma il punto sta nel trovare un sostituto che voglia affrontare uno spogliatoio complicato dove ci sono giocatori che sembrano dover giocare per volontà divina (diciamo così). Non tutti accettano certe regole e la difficoltà nel trovare il sostituto è qui: Marino, Ballardini, Zenga i soliti nomi che circolano, anche se Stramaccioni non è da scartare a priori, anche se resta ancora difficile come ipotesi con l'allenatore ancora intrigato con l'Iran.

La soluzione Donadoni non pare percorribile, mentre il ritorno di Marino potrebbe creare problemi a Pinzi che nello spogliatoio serve eccome, anche se i suoi compiti sarebbero da chiarire e, chissà, aumentare per farlo diventare un traghettatore con polso magari con alle spalle proprio Gotti.

Ma sono discorsi che verranno. Il presente dice Cagliari, una squadra costruita per l'Europa che arriva a Udine affamata dopo aver perso nel recupero contro la Lazio. Una squadra targata Maran, quello che l'Udinese sembrava volere anni fa, ma poi non se n'è fatto mai nulla. Quel Maran che a Udine ha sempre fatto vedere che le sue squadre se la giocano e mettono in crisi una difesa a tre che non cambierà nemmeno contro i sardi. Forse cambierà qualcosa in mezzo con Jajalo almeno per 5o minuti utilizzabile e con lui i soliti Mandragora e De Paul e i soliti Larsen e Ter Avest sulle fasce, con Sema da valutare ma cambierebbe poco. A meno che sulla sinistra Gotti non intenda proporre Pussetto, ma a quel punto tenere dentro anche De Paul rischierebbe di sbilanciare la squadra verso un baratro visto che davanti ci sono Lasagna e Okaka, o a meno che il capitano torni nuovamente sergente (sai che gioia per lui) e lasci il posto al redivivo argentino. La chiamano abbondanza, ma in realtà si tratta di dover assemblare una squadra costruita male dove tutti sono sullo steso piano come confermato anche da Gotti. Non è un bene, anzi. Le crisi nervose nascono proprio da una concorrenza non sana.

Ma anche solo pareggiare col Cagliari rischierebbe di far andare per storto il panettone ai tifosi e al 'povero' Gino Pozzo che vede anche il Watford sprofondare. Anche se economicamente anche la retrocessione pagherebbe.

Il 'paracadute' per l'Udinese varrebbe 25 milioni circa, come riportano le fasce stabilite dalla Lega.

Fascia A: le società retrocesse in Serie B dopo un solo anno di permanenza in Serie A. Valore del paracadute: 10 milioni di euro.

Fascia B: le società retrocesse in Serie B dopo aver militato in Serie A in due delle ultime tre stagioni sportive, anche non consecutivamente. Valore del paracadute: 15 milioni di euro.

Fascia C: le società retrocesse in Serie B dopo aver militato in Serie A in tre delle ultime quattro stagioni sportive, anche non consecutivamente. Valore del paracadute: 25 milioni di euro.

In  Premier il Watford, oggi ultimo, potrebbe prendere circa 60 milioni. I soldi in Albione vengono distribuiti equamente secondo un criterio prestabilito:

– il primo anno le società incassano il 55% della quota fissa di diritti tv spettante ai club di Premier;

– il secondo anno il 45%;

– infine il terzo anno il 20%.

Nel caso, come detto, di una società che retrocede l’anno successivo alla promozione, la stessa riceverà il 55% la prima stagione e il 45% nella seconda. Precedentemente, invece, le squadre ricevevano il 55% per il primo anno, il 45% nel secondo e il 25% sia nel terzo che nel quarto anno.

Sai che consolazione.

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