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Udinese-Inter, a caccia di conferme

Tra aprile e maggio, si sa, un campionato italiano di calcio che volge al termine riserva spesso dei turni infrasettimanali che diano una definitiva accelerata verso la conclusione del torneo. Non sfugge alla regola nemmeno questo trentatreesimo...

Monica Valendino

Tra aprile e maggio, si sa, un campionato italiano di calcio che volge al termine riserva spesso dei turni infrasettimanali che diano una definitiva accelerata verso la conclusione del torneo. Non sfugge alla regola nemmeno questo trentatreesimo turno, nel quale, come già avvenuto sabato scorso nella vittoriosa partita contro il Milan, toccherà all’Udinese, avversario questa volta l’altra milanese, l’Inter, dare il via alle sfide di questa giornata. I ragazzi di Stramaccioni hanno dunque avuto ben poco tempo per godersi il meritato successo contro un povero Diavolo, che è già alle viste l’impegno contro i nerazzurri di Roberto Mancini. Una partita nella quale sono in tanti ad andare a caccia di conferme rispetto a quanto emerso nell’ultima di campionato.

L’Udinese, contro un avversario che si annuncia piu’ competitivo di quanto non lo sia stato il Milan, sarà chiamata a dimostrare una continuità di rendimento mai messa davvero in evidenza nell’arco di tutto un campionato.

Intanto l’entourage bianconero ha fatto trapelare nel dopopartita di sabato scorso quel che già si sapeva: l’Udinese, contro le formazioni piu’ blasonate della Serie A, riesce a trovare in maniera naturale degli stimoli che si traducono con un giusto approccio a queste gare. In piu’, essendo queste quotate compagini abituate a giocare per vincere o quantomeno a non speculare sul risultato, specie quanto si è giunti alla fase decisiva del campionato, ecco che i friulani riescono a trovare quegli spazi così congeniali ad esaltare il loro gioco basato pesantemente sulle ripartenze.

Condividiamo però quanto sostenuto dal grande ex capitano interista Beppe Bergomi in sede di presentazione del match di questa sera: non si aspetti l’Udinese di trovare un’Inter nello stato confusionale che ha afflitto i cugini rossoneri nel corso del proprio infausto week-end friulano. Roberto Mancini, uomo che sia da giocatore che da allenatore ha fatto assaporare ben poche gioie quando da avversario è stato opposto all’Udinese, sta trovando in campionato la quadratura del cerchio per quanto riguarda la sua formazione, ed il bel successo su una Roma che, se pur involuta, per larghi tratti del torneo ha rappresentato il secondo valore assoluto dopo la Juventus, sta a li’ a dimostrarlo. Mancini vuol proseguire nel buon momento e tentare di avvicinare una zona Europa League leggermente distante. Si diceva del Mancio bestia nera dei friulani un po’ in tutti i ruoli, ma sull’erba del “Friuli” la stessa Inter è stata spesso protagonista di diversi scivoloni: ultimo della serie, quello nella partita secca valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia,  del gennaio 2014, conclusasi col successo bianconero di misura grazie alla rete di Maicosuel.

Il temperamento e la voglia buttati in campo per avere la meglio sul Milan saranno il presupposto per fare bene: tuttavia, per strappare una nuova vittoria e superare anche numericamente la soglia psicologica dei quaranta punti, servirà crescere ancora sotto il profilo tecnico e della personalità. Dopodichè, se vittoria sarà, questa si rivelerà utile a cogliere un piccolo filotto di vittorie a spese di due delle cosiddette “grandi” del campionato, e si spera che il supposto uno-due produca i benefici effetti che scaturirono da un altro uno-due, quello su Juventus e Parma, duellanti in testa nello storico campionato 1996-97. Non già per inscenare come allora una volata europea, traguardo da considerarsi oggi utopico data l’attuale posizione in graduatoria dei friulani, ma per un finale che garantisca un piu’ consono piazzamento  al termine del campionato.

Sergio Salvaro@MondoUdinese

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