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Udinese, Marino: “Non è scontato che De Paul vada via”

"Nessuno è invendibile, ma dopo la pandemia pochi possono permettersi certi valori di mercato"

Redazione

Il Dt Pierpaolo Marino, ospite a Udinese Tonight, ha commentato l'ipotesi circolata in questi giorni in merito allo scambio di prestiti secchi Petagna-Lasagna: "Non avrebbe senso uno scambio Petagna-Lasagna, anche se a livello ufficiale tra i dirigenti non c'è stato alcun approccio. Le caratteristiche tecniche di Petagna sono simili a quelle di Okaka, avremmo un doppione mentre dovremmo sostituire Lasagna, per cui da un punto di vista tecnico lo scambio per l'Udinese non avrebbe alcuna valenza di convenienza. La Juve ha un diritto di recompra per Mandragora che deve concretizzarsi entro il 30 agosto: noi staremo a vedere cosa succederà. Sulla guarigione di Mandragora, le cose stanno procedendo bene  e per novembre il ragazzo potrebbe essere già in grado di allenarsi".

Sulla data di ripartenza del campionato: "Oggi abbiamo partecipato alla riunione che ha visto mettersi in atto la votazione sulle due alternative: 12 e 19. Noi abbiamo votato 19 settembre - come quasi tutte le società - in accordo con Gotti e con il preparatore Brignardello, ritenendola la soluzione più logica per consentire una adeguata preparazione per il prossimo campionato e concedere un po' di riposo in più ai giocatori. Sarà una nuova stagione anomala, si giocheranno diverse infrasettimanali e anche il 3 gennaio. Questa cosa penalizza i sudamericani che, Covid permettendo, senza la data del 3 gennaio avrebbero potuto trascorrere qualche giorno presso le famiglie in Sudamerica".

Voto 6 all'Udinese: è d'accordo? "No, questa squadra merita almeno 6,5. Quel mezzo punto in più gliel'avrei dato, non foss'altro perché prima del lockdown 4 pareggi consecutivi che ci hanno fatto perdere punti di vantaggio sulla terzultima, ma dopo il lockdown abbiamo fatto 17 punti in 12 gare. E' stato un campionato positivo, l'Udinese è stata sempre a buona distanza dalla zona bollentissima, anche se siamo arrivati al lockdown con solo 3 punti di vantaggio dalla zona rossa e con nella ripresa un calendario terribile tanto che tutti pronosticavano una caduta nel precipizio. Quindi proprio per l'impegno dei giocatori e il loro attaccamento alla maglia, mi senti di dare quel mezzo punto in più. Vorrei sottolineare poi l'importanza del pubblico: dopo il lockdown, con lo stadio chiuso, abbiamo raccolto meno in casa che in trasferta e questo la dice tutta sulla simbiosi tra pubblico e squadra. Con il pubblico avremmo fatto qualche punto in più al 'Friuli'. C'è da riflettere anche sul fatto che con lo stadio chiuso, l'Udinese ha invertito la rotta: prima del lockdown è stata la squadra che aveva raccolto meno punti in trasferta. Dopo è diventata una squadra corsara, anche in campi difficili come quello della Roma".

Gotti può essere l'allenatore in grado di aprire un nuovo ciclo? "Stiamo parlando con lui da giorni. Sulla volontà della società di trattenerlo non c'è alcun dubbio. Sui programmi c'è convergenza. Poi ci sono altri aspetti della trattativa che approfondiremo nei prossimi giorni con calma. La volontà del club e di Gotti c'è. Poi bisognerà tramutare il tutto nella pratica".

Sulla squadra: "Il gruppo di giocatori che abbiamo è molto sano. Si è messo sempre a disposizione di tutti i tecnici. Gotti ha saputo valorizzare questo aspetto che però va riconosciuto ai giocatori. Ci fa piacere che tutti sollecitino la riconferma di Gotti che la società sta tentando di ottenere, ma non dimentichiamo che siamo stati di fronte a tanti scettici nel momento in cui abbiamo deciso di puntare su di lui. Io stesso ho impiegato un mese per dialogare con lui e convincerlo a fare questa esperienza: ci riteniamo quindi protagonisti in positivo di questo, è stata una scelta coraggiosa e che probabilmente la società avrebbe pagato a caro prezzo se le cose fossero andate male. Bravo Gotti, ma brava anche la società che ha avuto il coraggio di rischiare. Lui per un mese e mezzo diceva di non sentirsi un allenatore in prima, noi abbiamo avuto il coraggio di convincere lui, i giocatori e le piazza".

Il futuro di De Paul? "Sembra si parli di un giocatore che è già andato via, in realtà non la vedo così semplice. Ha un valore di mercato che non so se dopo la pandemia può essere retto, ad oggi i grandi club stanno facendo molte operazioni di scambio e finora i soldi spesi sono solo per giocatori già affermati. Io sono dell'idea che De Paul in questo breve mercato non vada già considerato fuori dai giochi dell'Udinese. Lui non sta male a Udine, si è integrato con la sua leadership all'interno dell'Udinese. Lui non solo dovrebbe andare in una squadra grande, ma deve anche rientrare in un progetto tecnico che ne preveda l'utilizzo a tempo pieno tale da non fargli perdere il posto in Nazionale, quindi sono diversi i tasselli che devono andare al loro posto, oltretutto i grandi club stanno per finire il loro budget, quindi on sono così convinto che vada via. Starei molto attento prima di salutarlo. La famiglia Pozzo è in grado di mantenere la valutazione del giocatore. Non credo poi che De Paul non possa rimanere qui volentieri. De Paul ci tiene molto a conservare la titolarità nella nazionale argentina e non è detto che un grande club possa garantirgliela".

Può valere 35 milioni? "La ritengo una quotazione bassa per un titolare della Nazionale argentina, Non faccio cifre, ma in base alle nostre valutazioni il suo prezzo è più alto".

Paradossalmente giocatori come Fofana e Larsen, che hanno un valore minore, sono più vendibili? "Nessuno è invendibile, ma in una transazione vanno valutate bene le potenzialità di un giocatore. Fofana non ha un contratto lunghissimo, ancora due anni, ci siamo seduti più volte al tavolo ma non abbiamo raggiunto un accordo di rinnovo, per cui è ovvio che ci sono più possibilità, nell'interesse reciproco, che vada via se ci sono le richieste giuste. Larsen ha ancora due anni di contratto, molto importante per noi ma vedremo. Al momento il mio telefono non squilla ogni due minuti per questi giocatori, magari mi chiamano di più per altri che non vengono nominati spesso. Sarà essenzialmente un mercato di scambi perché ricordiamo che questi servono anche a fare dei maquillage di bilancio, poi c'è il timore che il mercato possa ridimensionarsi".

Sema? "E' in prestito dal Watford. La situazione è in completa evoluzione. Bisognerà lavorare, vedremo cosa succederà. Bisogna essere soddisfatti di questa sinergia con il Watford, che ha portato qui Sema e Okaka. Uno come Okaka che ci ha fatto gol decisivi, senza la sinergia con il Watford, l'Udinese non se lo sarebbe potuto permettere. Stesso discorso per Zeegelaar che ha dato il suo contributo nel finale. Siamo molto dispiaciuti che non possiamo continuare questa sinergia con una società di Premier League, ma siamo sicuri che Gino Pozzo si rialzerà subito e riscatterà questa stagione sciagurata".

Quando tornerà al lavoro la squadra? "Se il Consiglio Federale ratificherà la data del 19 settembre, potremmo dare un paio di giorni in più ripetto alla data prevista e convocarli per i primi tamponi verso il 20 o 21 agosto. Ma restano date in evoluzione.

Vorrei concludere facendo una dedica alla famiglia Pozzo che con il loro impegno e il loro amore per l'Udinese ci hanno dato tutto per fare bene".

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