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Udinese, quasi un’ultima spiaggia. Genoa al Friuli per fare punti

L'Udinese dell'ex e neo allenatore Tudor per fare tre punti che paiono obbligatori contro un Genoa in crescita che vuole chiudere il discorso salvezza proprio al Friuli.

Redazione

Ci siamo: manca poco al ri-esordio di Igor Tudor sulla panchina dell'Udinese, chiamato a salvare il salvabile e chiamato fin dalla gara col Genoa a fare tre punti, indispensabili per non cadere sempre più in basso. Anche un pareggio contro il Grifone sarebbe una mezza sconfitta, anche di più.

Il nome regale che sfiderà di nuovo sulla panchina bianco e nera, dopo essere richiamato in quanto sotto contratto, ha potuto lavorare con tutta la rosa a disposizione. Bella notizia? Dipende da come si guarda il bicchiere: se l'Udinese fosse una squadra con concorrenza leale sarebbe un bene, visti i doppioni comprati astutamente dal club e dalla loro indole a non accettare certe scelte (voci da Radio Spogliatoio) non è bene.

Giovedì, al pomeriggio  hanno preso parte anche gli ultimi nazionali rientrati a Udine: Wilmot, Opoku e Troost Ekong. Il tecnico croato ha però cercato di nascondere le carte (sai che prestigiatore), andando sul campo 3, come fatto nel recente passato e - fatto oscurare -, per nascondere quello che ai più sembra ovvio.

Nessuna rivoluzione tattica: il 3-5-2 al massimo diverrà 3-5-1-1,  Badu, Behrami e Samir,  hanno lavorato col gruppo, ma al massimo fanno parte della lista convocati. Il che significa formazione già bella che fatta, se dal tecnico da solo o consigliato da qualcuno non è dato sapere.  Gino Pozzo ha assistito all'allenamento assieme a Pradè e anche questo è indiziario.

Per cui diciamo che Musso è certo tra i pali; poi De Maio, Ekong e Opoku dietro per la solita banda del buco fino ad oggi, anche se Tudor vuole, anzi pretende, anzi esige che i difensori diventino mastini, peccato che non hanno davanti chi li protegga dalla loro indole indomita. Infatti sulle fasce il solo Larsen, macina chilometri, ma poco incisivo in fase di cross e Zaagelar, propenso più a difendere che ad altro. In mezzo? Scommettiamo: Sandro a gran Vox Populi (?), dopo i due errori clamorosi col Napoli davanti alla retroguardia, quindi Mandragora e il solito, insostituibile, immancabile, imprescindibile, impossibile da cambiare, indispensabile (?) Fofana.

Davanti il solito De Paul, l'ibrido senza ruolo, che anche in Nazionale ha deluso ampiamente, ma che a Udine viene spacciato da campione stile Maradona, dietro a uno tra Lasagna e Pussetto con buona pace per Okaka, quello che per suo dire s'incazza se non gioca.

QUI GENOA - "Aver vinto con la Juventus ci ha dato qualcosa in più perché non ci era riuscito nessuno in Italia. Adesso dobbiamo andare a Udine e cercare di fare punti". L' attaccante del Genoa Christian Kouamé è pronto anche per la sfida con l'Udinese nonostante sia appena rientrato dagli impegni con la propria nazionale Under 23, con cui ha segnato una doppietta. "Contento per i gol ma soprattutto per aver rivisto la mia famiglia dopo cinque anni e mezzo" ha detto il giocatore ivoriano. Kouamé, ospite con il compagno Romero alla prima giornata del Genoa Tribe Festival all'Rds Stadium, non si è tirato indietro di fronte ai tanti tifosi presenti per selfie e autografi. Ma ha parlato anche del suo futuro. "Io in Premier? Non lo so, potrebbe essere una possibilità ma non so dire come mi troverei. Però ho cinque anni di contratto qui al Genoa e non è detto che debba partire per forza. Qui sto bene, l'ambiente è bello, la società è seria e sono contento". Come il compagno anche Romero, difensore rivelazione che piace alle 'grandi', ha parlato del proprio futuro. "La Juve? Io ora non penso al mercato, sono tranquillo, concentrato sulle gare che mancano e penso solo al Genoa". "Con l'Udinese sarà importante mettere in campo la stessa mentalità come contro la Juventus - ha aggiunto Romero - perché abbiamo giocato alla grande. Se giocheremo allo stesso modo potremo vincere".

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