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Udinese rossa di vergogna. La Juve si allena e vince facile

Ora serve ragionare su molte cose non solo che "si è perso con la Juve". A partire dall'allenatore, fino allo sfoltimento della rosa. Senza questi presupposti il ritorno potrebbe essere un suggerimento a un finale di frase che non volgiamo...

Redazione

Per arrivare all'ennesima sconfitta dell'Udinese, che proietta di nuovo la squadra bianconera sull'orlo del baratro forse è meglio partire dal passato. Da Di Natale: manca un goleador, questa squadra non segna più da quando Lui ha smesso. Impossibile rimpiazzarlo d'accordo, ma impossibile anche credere che davvero si poteva puntare su Vizeu e compagnia, oppure comprando tante punte tutte sullo stesso piano ben sapendo che in campo ne vanno due o addirittura una se De Paul (altro acquisto tatticamente dubbio) gioca avanzato. Di Natale, Lui, ha detto: “Manca una grande figura di riferimento all’interno. Uno che ha fatto calcio e capisce di calcio e in spogliatoio è importante. Menomale, hanno ripreso Giampiero Pinzi. Mi fa piacere che gli abbiano dato una possibilità nello staff. La squadra è buona, penso a individualità come De Paul, che ha qualità, Lasagna, un buon attaccante, il portiere Musso che è forte. Ma ci sono tanti stranieri, non è facile far capire a tutti che siamo in Italia”. Infatti il corto circuito parte da lì, dalla mancanza di questa figura. Che non è l'allenatore, anche se oggi ci si chiede cosa stia dando Gotti rispetto a Tudor. Forse un Fofana in più...

LA PARTITAUndici giocatori nella propria metà campo, quelli dell'Udinese, Dieci nella metà campo avversaria, quelli della Juve. Così al 7' Ronaldo già infila Musso. Poi è un susseguirsi di giocate bianconere (torinesi) contro un'Udinese rossa di maglia e di umiliazione, visto che non riesce a mettere il naso fuori. Inesistente il centrocampo con Mandragora, Fofana e De Paul, mentre dall'altra parte il tridente Higuain, Ronaldo e Dubala pur non giocando a mille danno l'impressione di allenarsi. E al 37' ancora Ronaldo mette in evidenza tutti i limiti friulani sfruttando l'ennesimo errore difensivo e insaccando il 2-0.

Nella ripresa la Juve si continua ad allenare, eppure con i vari attaccanti continua a impegnare Musso, alla fine il migliore dei suoi. Dall'altra parte qualche piccolo attacco senza velleità con Lasagna che continua a farsi ipnotizzare dai portieri avversari confermando questo limite. Alla fine il gol della bandiera arriva allo scadere con Pussetto.

Gotti, come i suoi predecessori fa quel che può, ma è poco e vista la classifica la sua gestione è deficitaria. La sua situazione ambigua rischia di diventare da romantica a ingestibile con la squadra che lo prende solo come un "supplente". Hai voglia ad ascoltare le dichiarazioni di rito oramai sempre uguali a sé stesse addirittura ironiche. De Sciglio alla vigilia dipingeva questa partita come fosse la gara col Real Madrid. Ma suvvia. Di grazia, giusto non sottovalutare l'avversario, ma ammettere la superiorità non è crimine. E la Juve l'ha dimostrato. Contro un'Udinese che sa giocare al massimo 30 minuti (a Torino nemmeno quelli), con le solite poche occasioni create (diciamo nulle) con i soliti errori sparsi. Hai voglia a parlare di netto miglioramento rispetto all'anno scorso.

La partita è stata a senso unico o quasi, ora per i bianconeri 1896 il calendario dice Cagliari, Lecce, Sassuolo per chiudere l'andata prima della doppia trasferta con Milan e Parma. La dice male, perché non girare almeno a venti significherebbe davvero soffrire visto che mai come quest'anno è difficile trovare squadre materasso come accaduto gli anni scorsi. Vero che finora l'Udinese ha vissuto ancora di disgrazie altrui, ma oggi è diverso dal recente passato. Ora serve ragionare su molte cose non solo che "si è perso con la Juve". A partire dall'allenatore, fino allo sfoltimento della rosa. Senza questi presupposti il ritorno potrebbe essere un suggerimento a un finale di frase che non volgiamo pronunciare, almeno la scaramanzia rimane.

 

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