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Udinese, serve valeriana per riprendersi, ma i problemi di rosa ci sono

Partiamo riavvolgendo il nastro di un anno: « Questo fischietto fa parte di quei 2-3 arbitri che sono tecnicamente inadeguati. Già in passato mi ero espresso sul suo operato – dice Pozzo sul sito del club -. Valeri non ha equilibrio per...

Monica Valendino

Partiamo riavvolgendo il nastro di un anno: « Questo fischietto fa parte di quei 2-3 arbitri che sono tecnicamente inadeguati. Già in passato mi ero espresso sul suo operato - dice Pozzo sul sito del club -. Valeri non ha equilibrio per arbitrare in A. Con lui è sempre una lotteria e in questa lotteria noi siamo sempre perdenti. Ricordo a memoria gli episodi negli anni precedenti con Parma, lo stesso Milan e all'andata nella gara con la Juventus. E' stata una sciagura, non ha equilibrio nelle decisioni fondamentali. Anche stavolta ha fatto alla squadra avversaria un regalo decisivo per le sorti dell’incontro » . Ecco, il ritorno al futuro riparte da qui, nonostante in settimana alla notizia dell’infausta designazione, Pozzo aveva cercato di gettare acqua sul fuoco. Nulla da fare, la zampata del romano è evidente quasi come il gol non visto nel primo tempo a favore del Milan.

Premessa più che necessaria, visto che poi anche l’espulsione di Essien appare esagerata, al pari di quella di Domizzi che scatena il rigore.

Perdere a San Siro sembra rievocare a qualcuno vecchie tradizioni: l’Udinese è uscita sconfitta, ma nessuno può dire che non abbia cercato di lottare. Almeno in parte, perché gli infortuni in ruoli importanti, la pochezza di una rosa che sembrava pronta ed invece è ancora immatura, fanno ricordare che siamo sotto ‹ lavori in corso ›. Purtroppo la squadra bianconera, Valeri a parte, ha mostrato ancora i limiti in fase di costruzione, giocando sempre dietro la linea del pallone.

Di Natale che si infortuna al terzo minuto è l’anticipo di una giornata no

A Milano la paura inconscia e freudiana di dover tenere il risultato invece che cercare di imporsi, hanno lasciato il fianco al Milan, smaliziato, che ha colpito giusto nei momenti in cui l’Udinese sembrava mettersi addosso un po’ di coraggio. Le fasce, la mediana, rimangono ancora il punto debole dell’Udinese e finché Strama non avrà tutti gli effettivi certe modifiche saranno difficili.

LA CHIAVE TATTICA - Il Milan si schiera comunque offensivo col 4-3-3, l’Udinese cerca di prendere la superiorità mezzo con Therau che si alterna a Kone dietro a Totò. Come anticipato il Milan punta sugli uno contro uno, qui l’Udinese ha più di qualche carenza, specie sulle fasce.

I bianconeri cercano il pressing alto, cercando di sfruttare una difesa rossonera non eccelsa, e restando compatti in mezzo, con qualche contropiede sporadico, che poteva essere sfruttato meglio. Il rimo tempo è tutto qui, con i rossoneri che fanno la partita.

Il Milan con Honda da una parte e El Shaarawy fanno un po’ quello che vogliono: Domizzi cerca di richiamare Strama e i suoi, ma sono i rossoneri che vanno vicini alla rete, con l’Udinese sempre più arretrata dalla pressione rossonera.

L’Udinese ha come qualità la compattezza, il Milan ha più qualità nei singoli, ma i bianconeri sono attenti, anche se l’atteggiamento fa pensare che c’è ancora molto da lavorare in fase di costruzione, al di là dell’avversario e dello scenario dove si giochi. Nella ripresa Strama cerca di infondere un po’ di coraggio, infatti i bianconeri pur non pungendo riescono  controllare meglio la gara, anche perché il Milan abbassa il ritmo.

Poi però ci pensa, come detto Valeri, sempre lui: al 20° regala un rigore nel momento in cui la gara sembrava addormentarsi. Udinese pure in 10, il colpo si sente.

E anche se Valeri espelle Essien inspiegabilmente, l’Udinese continua a essere tramortita.

Di Natale subito infortunato, fasce improvvisate, centrocampo ancora in divenire: qui sono nati i problemi, che erano stati mascherati bene finché Valeri non ha preso in mano la gara,

Il Milan era alla portata? Come valgono i 18 punti, vale quello che dice il campo. Ora c’è l’Inter forse ancora più dura, ma del resto avevamo detto che da qui a Natale si vedrà di che pasta sono fatti i giocatori. Se riusciranno a fare quel che è nelle loro corde qualche altro punto arriverà, ricordando che l’anno scorso la squadra è arrivata a quota 20 solo alla fine del girone. Forse non va scordato. I lavori continua, tutti sono arrabbiati per certi difetti, ma nessuno può drammatizzare o può non tenere in considerazione le attenuanti generiche. Leggasi Valeri.

"©Mondoudinese

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