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Udinese – Sindaco: la sfida era già cominciata ad Agosto. E nel 2015…

La questione nome dello stadio sempre in primo piano, già ad agosto quando Lady Pozzo scriveva al sindaco, oggi 'punzecchiato' dal DG Collavino

Redazione

La tensione tra l'Udinese Calcio SpA e in tifosi è altissima, anche a Torino i sostenitori presenti staranno  in ossequioso silenzio in protesta contro il club, che ha leggerissimamente preso male questa presuntuosa contestazione dopo ben 24 anni di Serie A (Cit Dg Collavino). Ma il direttore generale  non le ha mandate a dire nemmeno al sindaco Fontanini che ha espresso (da primo cittadino) la preoccupazione per una possibile retrocessione, come riportiamo in altro articolo.

Ma la diatriba tra Comune e società non comincia qui. Se andiamo a spulciare gli archivi leggiamo in data 17 agosto 2018 (appena dopo l'elezione del primo cittadino) una lettera aperta di Lady Giuliana Pozzo che recita così:

Una premessa, che può suonare retorica ma che è doverosa: la nostra famiglia in tutto ciò che ha fatto, dall’imprenditoria all’impegno nello sport, ha sempre agito spinta da senso di friulanità e amore per la terra di origine oltre che grande rispetto per gli interlocutori istituzionali. Rifuggendo dalla ricerca di visibilità e tantomeno riconoscenza.

Forse Lei non ricorda, ma nel 1993 presentammo la squadra all’Hotel Savoy di Grado con la Sua prestigiosa partecipazione, su nostro invito, in veste di neo-eletto Presidente della Regione (…).

Successivamente, le nostre strade si sono incrociate altre volte e in particolare sul tortuoso cammino per la definizione della pratica del nuovo stadio, portata finalmente a termine dopo anni di battaglie su cui forte è il sospetto che il dissenso sia stato mosso da ignoranza della materia o peggio ancora da invidie e cattiverie personali. I toni della polemica hanno raggiunto livelli inaccettabili sul tema della sponsorizzazione dell’impianto da parte della Dacia, innescando un’imbarazzante speculazione politica sulla pelle dell’Udinese.

Lei fu tra i primi, se non il primo in assoluto, a bocciare la sponsorizzazione commerciale. Operazione che ha proiettato Udine e l’Udinese al livello delle più importanti città europee e dei più prestigiosi club calcistici. In Italia siamo stati precursori, prima anche della Juventus che solo all’inizio della stagione sportiva attuale ha siglato l’accordo di sponsorizzazione dello stadio con la Allianz.

Dovrebbe essere un vanto, invece sembra che per alcuni sia una macchia, una colpa. E pur di giustificare una presa di posizione che oggi è palesemente sconfessata dai fatti, si è utilizzato lo strumento denigratorio attribuendo alla famiglia Pozzo la volontà di voler cancellare la storia, le tradizioni e il significato del nome Stadio Friuli. Tutto falso ovviamente. Sarebbe bastato prendere atto che Dacia Arena è solo la sponsorizzazione commerciale di uno stadio che continua a conservare il nome originale.

Oggi mi chiedo se alla luce di ciò non pensa che la Sua presa di posizione fu poco tempestiva.

La Dacia Arena è un impianto che garantisce lavoro e reddito a centinaia di persone. Per ogni evento nel giorno della partita, l’importo medio di spesa è di 48.000 euro, pari a circa 1 milione di euro per l’intero campionato. Soldi che finiscono alle imprese che lavorano con e per l’Udinese. Ogni domenica  400 persone sono impiegate per garantire lo svolgimento della partita. Sarebbero molti di meno se non avessimo creato il modello di gestione che permette di vivere lo stadio oltre i novanta minuti della partita. Per non parlare di tutto il movimento che generano gli eventi extra-calcistici durante i giorni della settimana con altrettanto importanti ricadute sociali, economiche ed occupazionali.

Ormai decine e decine di imprese traggono beneficio dall’esistenza del “sistema” Udinese e della Dacia Arena e questo dovrebbe consigliare cautela nell’assunzione di iniziative o prese di posizione che rischierebbero di rallentare la nascita di nuove opportunità di crescita, sviluppo e benessere per il nostro piccolo territorio.

Solo pensando in grande abbiamo potuto realizzare tutto ciò, malgrado gli ostacoli che abbiamo dovuto superare

In somma la guerra è aperta, solo che non si capisce dove l'Udinese Calcio Spa voglia andare a parare. Si scaglia contro la contestazione dei tifosi, risponde al Sindaco, chissà quale sarà la prossima mossa.

Ma non finisce qui. Nel 2015 quando Pietro Fonatnini guidava la Provincia ecco un'altra missiva aperta sempre a firma Lady Pozzo questa volta diretta a una consigliera.

Gentilissima consigliera Gallanda, 

dopo la mia lettera aperta al Presidente della Provincia Pietro Fontanini, non era mia intenzione tornare a scrivere sull'argomento Stadio. Il prosieguo delle polemiche e la comparsa di nuovi elementi e spunti mi costringono a farlo. Vengo al dunque.

Il Suo intervento alla conferenza stampa sul Nuovo Stadio, ha destato attenzione e dato nuovo fiato alle trombe della polemica ma peggio ancora del sospetto e della dietrologia. Ormai basta nominare la parola "Udinese" o "Stadio" per finire automaticamente sui giornali, questo vale per i politici così come per i semplici cittadini smaniosi di leggere il loro nome in calce a lettere nei commenti ripresi dai quotidiani.

Lei, ad esempio, si è messa in evidenza per un'interrogazione al Sindaco Honsell andando a rispolverare il bando di concessione del diritto di superficie risalente al 2011! Un atto a cui tanti altri passaggi sono seguiti prima di arrivare alla sospirata costruzione delle nuove tribune. L'interrogazione è finita sul giornale. Anche Lei, dunque, ha avuto la Sua ribalta grazie all'Udinese. Tralascio di entrare nel merito della questione perché lo farà certamente il Sindaco Honsell.

Le Sue parole in conferenza stampa, quando ha ringraziato l'Udinese per gli abbonamenti gratuiti ricevuti, mi danno invece l'opportunità di fare una precisazione. Visto che sul tema qualcuno ha generato il sospetto che possa essere un'operazione clientelare per ingraziarsi questo o quel politico o autorità.

L'Udinese Calcio ha stipulato nel 2011 una convenzione con il Comune per l'uso e la gestione dello Stadio regolata da un contratto, scaduto il 30 giugno 2015. Al sesto comma dell'articolo 10 si legge: "Per ogni manifestazione calcistica, il concessionario si impegna a riservare gratuitamente ai rappresentanti istituzionali dell'Amministrazione comunale un numero massimo di 52 posti a sedere, di cui almeno 12 in Tribuna d'Onore". Il contratto è scaduto ma era nostra volontà confermare questa opportunità, pur non avendone alcun obbligo, per educazione e rispetto verso chi ci amministra e per condividere con le istituzioni la gioia del Nuovo Stadio della Città di Udine. Biglietti e abbonamenti non sono stati elargiti "ad personam". Tutti hanno ricevuto l'invito, dal Sindaco, agli assessori, ai consiglieri di maggioranza e opposizione. Qualcuno ha deciso di non accettarlo ma di certo lo ha ricevuto.

Non Le nascondo che le polemiche e i sospetti suscitati, vergonosi e meschini, saranno spunto per una valutazione se continuare o meno a concedere il prossimo anno questa opportunità, nel timore che possa divenire un motivo di imbarazzo per gli amministratori. 

Chiudo confidandoLe un auspicio, quello di leggere Suoi interventi su problematiche vere e serie di questa città. Non sprechi il tempo dando la caccia alle streghe.

PS: per la precisione la Dacia Arena come la chiamano gli organi statali del club per i Friulani si chiama e si chiamerà sempre Stadio Friuli. Alla faccia dei milioni e del bilancio, alla faccia di utili e prospettive. Un nome che ha un significato che va oltre le questioni commerciali a nostro modestissimo parere deve rimanere tale per rispetto. Poi nel calcio e nella società d'oggi tutto è in vendita, lo sappiamo, ma quello che l'Udinese Calcio Spa non capisce è che i valori restano, mentre tutto il resto prima o poi svanirà con le pieghe del tempo.

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