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Una boccata d’ossigeno verso l’Inter

Una boccata d’ossigeno: la coppa Italia regala un po’ di ottimismo all’Udinese. Ma stiamo attenti a non confondere le manifestazioni: il campionato è una cosa, la coppa un’altra. Non serve Einstein per comprenderlo, ma è meglio non...

Monica Valendino

Una boccata d’ossigeno: la coppa Italia regala un po’ di ottimismo all’Udinese. Ma stiamo attenti a non confondere le manifestazioni: il campionato è una cosa, la coppa un’altra. Non serve Einstein per comprenderlo, ma è meglio non mascherare problemi visti nelle ultime cinque gare di A, con una vittoria in gara secca contro una squadra che deve già pensare a salvarsi e sa che un passaggio del turno non le porta vantaggi particolari. Questo senza togliere meriti ai bianconeri, che guardando solo alla coppa, pensano di poter fare un exploit come l’anno scorso: il Napoli in trasferta e almeno altre due ‹ big › sempre fuori casa sul cammino non sono scogli facili, ma questa coppa, si sa, è strana: snobbata finché non diventa fondamentale.

Per l’Udinese, a detta dei protagonisti, lo è: piacerebbe per una volta arrivare in finale, per vincerla e e per arrivare in Europa.

Bianconeri a sorpresa con la difesa a tre provata in estate e poi abbandonata: sembrava oramai in naftalina, invece ha detto che qualcosa può ancora dire. Ovviamente con avversari diversi da questo Cesena, ma in campionato dove le cose sembrano andare un po’ diversamente.

Però è anche vero che ci sono note che non vanno sottovalutate: le fasce sembrano essere più adatte oggi a giocare più alte, anche se la difesa prima o poi rischia sempre qualcosa e qui sta l’unico vero problema. Però si crea anche di più ritrovando a Fernandes e Allan quelle posizioni che sembrano mancargli col 4-3-2-1. Vedremo se sono impressioni di coppa, o nuove convinzioni di Strama.

A proposito: la crisi delle ultime gare c’è e si sente, ma nonostante tutto a 18 punti se l’Inter, prossima avversaria, sogna ancora un posto al sole, perché l’Udinese deve guardarsi dietro avendo paura? Non facciamo gli errori dell’anno scorso, si inizi a infondere fiducia. Che non significa essere superficiali, non vedendo che più di qualcosa non va, ma che ci sono potenzialità inespresse e che questa Serie A  non è di certo insormontabile, o meglio è più livellata di quella dell’anno scorso.

I paragoni col passato, quindi, servono solo ai statistici, ma il calcio è uno sport dove i precedenti contano come un’aspirina per un osso rotto.

Per cui serve che Strama, trovi dalla coppa indicazioni positive (ce ne sono state), e che le faccia sue per il campionato: di certo la coperta è difficile da aggiustare. La squadra sembra troppo fisica e poco avvezza alle giocate, alle verticalizzazione, all’uno contro uno. Mancanza di qualità o di coraggio? Qui sta il vero problema. La seconda ipotesi, a nostro avviso, è la più accreditata, anche se come detto qualche aggiustamento va fatto.

Poi che segni solo Totò e che Karnezis siano i migliori del campionato in casa bianconera, vuol dire solo che due ruoli essenziali come i loro sono ben coperti. Il problema, semmai, sarebbe il contrario. Fa strano che si dica che la squadra cerchi Totò, è ovvio che sia così. E’ come se il Barcellona non cercasse Messi. Se hai un campione lo sfrutti, piuttosto non bisogna gettargli tutta la croce addosso.

Detto questo col Cesena di buono si sono viste alcune giocate, forse perché c’è stata nella squadra quella fiducia mancata troppe volte in campionato. Merito del modulo? Difficile a dirsi, come detto la coppa è una cosa, il campionato un’altra.  Intanto qualche punto su cui ragionare c’è, poi la strada intrapresa si capirà solo nei prossimi giorni quale sia.

"©Mondoudinese

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