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Una vittoria, un auspicio: rimanere coesi per soffrire il meno possibile

L'Udinese a Lecce ha giocato da squadra capace di esaltare il valore del gruppo: è la strada giusta verso una salvezza tranquilla

Redazione

Lo abbiamo scritto più volte: spesso nella prima parte di stagione l'Udinese non è apparsa un gruppo coeso, una squadra in cui il supporto reciproco fosse elemento fondante e roccaforte sulla quale dare forma ai risultati. A Lecce, invece, i bianconeri lo sono stati: una delle ragioni del secondo successo consecutivo va ricercata anche nella ritrovata unità di intenti.

Una compattezza che si è manifestata in plurime componenti. Nella buona prestazione difensiva, solo lievemente sporcata da alcune sbavature; nella propensione e nella capacità di palleggiare, non proprio il marchio di fabbrica dei primi sei mesi dei friulani; nel diffuso desiderio di aiutare i compagni, fattore che può risultare decisivo.

Insomma, c'è di che guardare con relativo ottimismo al futuro, anche se - pure questo concetto espresso in diverse occasioni - quest'anno la conquista della salvezza dovrà fare i conti con l'assenza di squadre materasso, come invece c'erano negli scorsi campionati.

Certo è che in Salento la squadra di Gotti è piaciuta sia per mentalità che per qualità del calcio espresso. Un passo avanti importante, figlio anche delle scelte dell'allenatore. Togliendo Sema per inserire Pussetto e passare al 4-3-3, il tecnico di Adria ha dato un segnale preciso alla squadra: la vittoria è alla portata, proviamoci.

I fatti gli hanno dato ragione. Merito della perla di De Paul, una rete di rilevante bellezza che forse riconsegna definitivamente all'Udinese il suo giocatore di maggior talento. Rimane la scarsa cattiveria sotto porta, situazione sulla quale bisognerà continuare a lavorare per evitare di non vincere partite come quella di ieri, in cui il predominio è stato evidente.

Certo, si potrà obiettare che la squadra di Liverani non ha ancora vinto in casa e che non attraversa un gran periodo: vero, ma prima di ieri le Zebrette lontano dal Friuli avevano conquistato appena quattro punti. I tre punti, meritati, sono anche fondamentali, al netto dei demeriti dell'avversario. La strada è stata tracciata, ora è necessario evitare di perdere la rotta.

Massimo Pighin

 

 

 

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