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Gazzetta: Basta Milenkovic per fermare l’Udinese

A pranzo al Franchi altri tre punti per la Fiorentina Chiesa e FR7 non splendono, è l’ora del centravanti?

Redazione

L'analisi della Gazzetta sulla sconfitta dell'Udinese.

Sveglia presto ieri mattina nel New Jersey per Rocco Commisso. Ma il sacrifico è stato ricompensato. La sua Fiorentina supera, con qualche affanno, l’Udinese, centra la terza vittoria consecutiva e sale in classifica in zona Europa. «Adesso –spiega il proprietario del club viola- dobbiamo tenere i piedi per terra. Sapevo che questa sarebbe stata una sfida dura ma anche stavolta abbiamo lasciato tutto sul campo e i risultati si sono visti. Sfruttiamo questa sosta per ricaricare le batterie. Voglio anche ringraziare i quasi 40.000 tifosi presenti al Franchi che ci hanno dato una carica incredibile».

In vetrina

È un momento magico per il pianeta Fiorentina. Stavolta le facce in copertina non sono quelle di Ribery e Chiesa. Gli «eroi» più amati. Il principale merito per i tre punti portati a casa va ad altri allievi di Montella. A Milenkovic autore del gol decisivo al 27’ del secondo tempo con un perentorio colpo di testa (ma che ingenui i due friulani che lo marcavano Opoku e Okaka); a Pulgar, già a due assist in questo inizio di campionato; al giovane Castrovilli autore di un’altra prova tutta corsa e qualità e ai due difensori centrali Caceres e Pezzella, sempre concentrati al cento per cento. Un dato statistico sottolinea la bella prova della Fiorentina nella fase di non possesso palla. L’Udinese ha concluso per la prima volta nello specchio della porta viola al 28’ del secondo tempo. Un diagonale in corsa velenoso di Lasagna (entrato dopo pochi minuti della ripresa al posto di Nestorovski) che Dragowski ha deviato in angolo allungandosi per tutto il suo metro e novanta. La squadra di Tudor non è riuscita a indirizzare altre conclusioni nello specchio della porta avversaria per il resto della gara.

I limiti davanti

Cresce la Fiorentina di Montella rimasto fedele al 3-5-2 con Ribery e Chiesa attaccanti. Anche se stavolta la formula con i due piccoletti davanti ha evidenziato qualche limite. Con la zona centrale intasata FR7 e Federico non hanno trovato gli spazi necessari per le loro accelerazioni e le loro serpentine. Un campanello d’allarme anche in prospettiva futura. Ormai questa formula senza una prima punta non è più una sorpresa per gli avversari che stanno trovando le contromisure. Forse, già dopo la sosta, potrebbe arrivare il momento di Pedro o di Vlahovic. Ieri, pochi minuti prima del gol di Milenkovic, il tecnico viola aveva deciso di inserire proprio Vlahovic. Cambio che è saltato per l’1 a 0 che poi è stato il risultato finale.

Udinese fisica

E l’Udinese? La squadra di Tudor (espulso per proteste pochi minuti dopo il gol di Milenkovic) ha messo sulla bilancia tutta la sua fisicità. Tutto sommato non ha sofferto più di tanto in fase difensiva ma non è stata in grado di sfruttare al meglio gli spazi che Ribery e compagni hanno concesso. È mancato all’appuntamento l’atteso De Paul («anche un campione come lui può non azzeccare una gara» ha spiegato alla fine Tudor), talento che Rocco Commisso ha corteggiato fino all’ultimo giorno della campagna acquisti. Tudor l’ha proposto da mezzala (nel ruolo che immaginava per lui anche Montella) ma l’argentino non è mai riuscito a inserirsi in fase offensiva con i tempi giusti e a garantire un’adeguata copertura in mezzo al campo. Da segnalare che nel primo tempo la Var ha annullato all’Udinese un gol di Nestorovski per precedente fallo di mano di Opoku. L’Udinese ha segnato solo una rete nelle ultime cinque gare. È il problema che Tudor deve risolvere. In fretta.

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