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Gazzetta: Il Brescia infilza l’Udinese

Un tiro deviato decide la sfida e inguaia i bianconeri, al terzo k.o. consecutivo

Redazione

Il commento della Gazzetta al ko dell'Udinese col Brescia.

Può andare peggio, visto che il Watford, l’altro gioiello della famiglia Pozzo, ne ha prese otto dal Manchester City. Ma fa male anche il colpo, l’unico, di Romulo deviato da De Maio, il gol che affonda di nuovo l’Udinese. Per la squadra di Tudor arriva la terza sconfitta di fila, la seconda in casa dopo la vittoria all’esordio con il Milan, che forse aveva sovradimensionato le capacità dei friulani. E’ un po’ tardi per considerarla una rivincita del famoso spareggio-retrocessione del 1993, ma il successo della Dacia Arena può già essere un passaggio-chiave nell’avvio di stagione del Brescia: una vittoria meritata perché l’undici di Corini si dimostra superiore e mette giustamente dietro in classifica una squadra con cui dovrà probabilmente fare alla lunga i conti parlando di salvezza.

Zero qualità

A differenza della buona e sfortunata serata a San Siro contro l’Inter, l’Udinese è stata una squadra senza qualità. Già privo dello squalificato De Paul, Tudor ha deciso di rinunciare anche al sinistro intelligente di Mandragora. Ne risulta una formazione per la quale – escluse forse le timide geometrie di Jajalo - se non ci fosse il pallone sarebbe la stessa cosa. Calcio podistico, tutti con la testa bassa a cercare di trasferire la palla attaccata al piede il più avanti possibile. Si prova anche l’uscita bassa, dal portiere: inutile, perché si finisce con il solito lancione. E va già bene che dopo 7’ Musso si opponga da fenomeno a Donnarumma, abile nel derubare in area De Maio.

Il piccolo Pirlo

Il Brescia, pur con i suoi limiti, cerca di ragionare, anche perché in mezzo al campo ha un faro luminoso come Sandro Tonali: costruzione saggia, aperture precise, verticalizzazioni taglia-difese. L’unica finestra per l’Udinese si apre attorno al quarto d’ora: il piccolo Pirlo del Brescia non ha la protezione di un Gattuso o di un De Rossi, e alle sue spalle Pussetto scappa un paio di volte. Sulla prima assiste Fofana – esterno della rete – e sulla seconda si imbottiglia in mezzo. La terza, a inizio ripresa, fa gridare al rigore: Valeri lo assegna, poi la Var arretra il fallo al limite dell’area, e su punizione Jajalo annota l’unico vero tiro in porta dell’Udinese nei 90 e passa minuti. Un po’ poco.

Variazioni

Musso è invece protagonista dall’altra parte su un diagonale di Bisoli (e poi lo sarà ancora su Sabelli), segno che l’equilibrio della difesa non tiene. Romulo ci si infila e De Maio inganna con una deviazione il suo portiere. A inizio ripresa Tudor ha invertito posizione e piede dei suoi esterni di centrocampo (il destro Stryger a sinistra, marcia inversa per Sema), forse perché li ha visti incapaci di prendere il fondo e in movimento sempre orizzontale: un tentativo di cross-alla-Suso? Può darsi, ma con pochi effetti. Sulla finestra di cui sopra scendono tapparelle e si chiudono persiane: il Brescia affolla tutti gli spazi. Corini rinforza l’ultima linea con Gastaldello e, unico appunto, magari ritarda un po’ il cambio di quelli davanti, che non riescono più a tenere corta la squadra e a farla ripartire. Ma l’ingresso finale di Matri è da maestro del cronometro: si rintana sulla bandierina e spende almeno tre dei sei minuti di recupero. La testa, spesso, è più utile delle gambe. In questo caso, quasi decisiva, perché dà al Brescia un finale quasi tranquillo. E tre punti pesanti.

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