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Gazzetta: L’Udinese non si ferma più

Okaka, Sema e il solito De Paul stendono gli emiliani. Poi ci pensa il portiere: per la 7a volta non prende gol

Redazione

Il commento della Gazzetta alla vittoria dell'Udinese sul Sassuolo:

Intorno al 42’ del secondo tempo, prima che De Paul aggiunga il dolce del 3-0 al pranzo della domenica, la curva dell’Udinese canta «un giorno all’improvviso», il coro-icona che i tifosi del Napoli intonavano nei periodi più brillanti vissuti al San Paolo. Il terzo successo di fila, che permette ai friulani di agganciare proprio il Napoli a quota 24, ha riacceso l’entusiasmo di Udine. E e ai fuochi c’è lui, Luca Gotti. L’allenatore che non voleva quella panchina, non da primo responsabile almeno, e che se l’è presa semplicemente con la forza dei risultati (14 punti in 9 partite), quasi a furor di popolo. Ora non c’è persona che non lo voglia lì. Faccia da uomo per bene, aplomb quasi inglese sul quale tuttavia ha da ridire («Non nasconde il fatto che sono un contadino, un campagnolo, un ruspante che viene dal delta del Po»), nessun atteggiamento da scienziato ma idee buone, elaborate, chiare.

I motivi

Gotti ha mantenuto la solidità difensiva che era stata il tratto distintivo anche della gestione Tudor (lui era il secondo) e così l’Udinese è arrivata a sette «clean sheet» stagionali, come solo l’Inter e il Milan in questo campionato. Alle certezze in fase di non possesso ha aggiunto linee ordinate in costruzione, senza strafare sia chiaro, qualche accorgimento tattico (a volte 4-4-2 difensivo, con Nuytinck più largo e Sema pronto all’uscita offensiva: suo il 2-0) e soprattutto la capacità di sfruttare la supremazia fisica della sua squadra: l’Udinese è sembrata una squadra di uomini, il Sassuolo di ragazzini. Okaka ha sovrastato Obiang sull’1-0 precoce – da uno dei tanti calci d’angolo dell’avvio bianconero, cross di Mandragora -, mentre i neroverdi non hanno mai saputo sfruttare i tanti corner di inizio ripresa: troppi chili e troppi centimetri in area friulana.

Variazioni

L’anno scorso Gotti ha lavorato al fianco di Maurizio Sarri al Chelsea. Non disdegna il possesso, ma sa farne a meno. Lo ha ceduto al Sassuolo senza andare ad attaccarlo alto per non scoprire spazi, tenendo alta l’intensità dell’anticipo nella propria metà campo. La squadra di De Zerbi ha aspettato invano che l’Udinese «uscisse» e non ha saputo muovere velocemente il pallone: così, il 62% di possesso è servito a poco. È anche vero che il 3-0 dà una dimensione eccessiva al risultato. Tra fine primo tempo e inizio ripresa l’Udinese ha allentato l’aggressività e la gestione del pallone («Lì dobbiamo migliorare», dice Gotti) ma ha colpito nel momento di maggiore pressione avversaria. Prima del raddoppio, il pari del Sassuolo è stato impedito soltanto da due paratone di Musso su Traoré e Boga. Ha almeno in parte funzionato il rimescolamento del trio di trequarti operato da De Zerbi: nel primo tempo Boga a destra è stato costretto a tentare l’uno contro uno troppo lontano dalla porta, nel secondo ha trovato una parte più molle a sinistra. Non sono cresciuti invece Djuricic e Traoré, né si è palesato Caputo.

Caratteristiche

La squadra di De Zerbi ha sempre dovuto faticare per avvicinarsi all’area – comunque è la sua natura manovriera -, l’Udinese può invece alzare tranquillamente il pallone verso Okaka o risalire il campo con le corse di Fofana e De Paul. L’umiltà è un’altra caratteristica-chiave della squadra. E permette di esaltare le qualità individuali. Che non sono eccelse ma non mancano. Musso come De Paul, per esempio. L’argentino, mai così continuo e presente (per la prima volta in gol per tre partite di fila) fissa il 3-0 nel finale, su un contropiede 5 contro 2. Il Sassuolo incassa la terza sconfitta di fila, più meritata delle due con Napoli e Genoa: nessun allarme, ma un’occhiata dietro va data.

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