Il commento della Gazzetta dellO Sport alla vittoria dell'Udinese sul campo del Lecce:
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Gazzetta: L’Udinese si gusta De Paul
È nei momenti decisivi che emerge la qualità del singolo, di chi ha nelle corde colpi spettacolari. Rodrigo De Paul si è inventato una magia proprio quando Lecce e Udinese sembravano avviarsi a un pareggio che, in fondo, sarebbe stato il male...
Quasi ai titoli di coda della sfida, l’argentino, servito da Mandragora, è stato velocissimo di mente e piede: “tacco” per sistemarsi il pallone e tocco vincente di esterno destro, per infilare Lucioni e Gabriel. Un guizzo da campione, non a caso ancora nel mirino dell’Inter e apprezzato anche dalla Juventus: De Paul ha messo le ali alla formazione di Gotti, balzata a quota 21 punti con i marchi di Rodrigo sui due successi consecutivi, contro il Cagliari e al Via del Mare. Per il Lecce, che pure aveva sfiorato due volte il vantaggio nel primo tempo, è tempo di vera crisi di risultati. Mai aveva incassato tre sconfitte consecutive in questo campionato, anche se resta fuori, per un punto, dalla zona retrocessione. E chiude il girone d’andata senza vittorie in casa (il bottino interno più misero del torneo assieme al Brescia, 4 punti).
Le scelte
Assenti lo squalificato Calderoni e gli infortunati Majer e Lapadula (out per un risentimento in zona lombare), Liverani preferisce Donati a Rispoli e punta su Dell’Orco a sinistra, con Mancosu nel solito ruolo di trequartista, dietro Falco e Babacar. Rispetto allo schieramento proposto contro il Cagliari, Gotti cambia solo una pedina: in attacco dà spazio a Nestorovski, al posto di Lasagna. Per mezz’ora il Lecce si prende la scena. Al debutto, Donati spinge con efficacia e Babacar è ispirato, determinato e pure tanto sfortunato: da quasi 30 metri, cerca di sorprendere il portiere Musso, bravissimo a deviare contro la traversa e a salvare poi anche sul tentativo di Mancosu. L’Udinese reagisce, comincia a tessere la sua tela, non si limita a difendersi, anche se nel 3-5-2 gli esterni Stryger Larsen e Sema sono abili nel fare le “molle” tattiche per munire il reparto arretrato. Mandragora, al quale Gabriel nega il gol respingendo la botta da fuori area, dialoga con Fofana e De Paul, sempre bello a vedersi nella costruzione del gioco.
Udinese in cattedra
Nella ripresa, anche per i limiti palesati dai giallorossi nella resistenza a centrocampo, la squadra di Gotti conquista sempre più campo. Altro che pattuglia impaurita in trasferta, come recitavano i numeri, con quei 4 punti racimolati “in viaggio”. Nel giro di un quarto d’ora i friulani si vedono annullare due gol di Okaka, pescato in fuorigioco (l’arbitro Giua attende il decisivo intervento della Var nella prima occasione). Anche il Lecce esulta invano, quando Babacar fa centro dopo aver però commesso fallo su Troost-Ekong. Lo spartito del gioco resta, comunque, all’Udinese che cresce sempre più, mandando in affanno soprattutto gli esterni difensivi di Liverani, peraltro poco protetti dai centrocampisti. Gotti prova a cogliere l’attimo fuggente e inserisce prima Lasagna (che spreca una ghiotta opportunità, indugiando troppo prima di tirare) e poi Pussetto, passando così al 4-3-3. Se Okaka è funzionale, praticamente perfetto, nel far salire la squadra, quei tre tenori a centrocampo “cantano” da veri maestri: si esaltano Mandragora in regia e Fofana nel muoversi a tutto campo, finché non arriva l’acuto di De Paul. Gotti vorrebbe godersi ancora Rodrigo, per scoprire l’effetto che può fare nella sua Udinese.
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