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Gazzetta: Udinese, il pari era più giusto

Ibra is back ma non è l’unico. Anche Rebic is back. E il suo è stato un rientro davvero dirompente, più di quello dello svedese. Può darsi che il croato sia l’altro grande acquisto del 2020, visto che non giocava dal 23 novembre contro il...

Redazione

La Gazzetta analizza la sconfitta dell'Udinese a San Siro rendendo merito ai bianconeri.

 

(...)Ora però servono conferme. Troppe volte al Milan si sono illusi d’aver trovato la formula della felicità, per poi ricominciare da capo. E attenzione che quella con l’Udinese è una partita che sfugge a qualsiasi logica: sotto 0-1, poi avanti 2-1, quindi ripresi sul 2-2 e infine il gol al 48’. Con una cifra incredibile di occasioni sbagliate, o neutralizzate, soprattutto dell’Udinese. C’è una casualità in questo disegno. Quello che non si può dimenticare è la cattiveria agonistica di Rebic, l’aggressione, i “tagli” al centro, la precisione in zona gol. Situazioni che hanno ricordato la Croazia del Mondiale: lì Rebic era stato una delle chiavi, giocando però a destra, con Mandzukic in mezzo e Perisic sull’altro versante. Qui ha imperversato a sinistra. Potrebbero essere suggerimenti importanti per Pioli. Come non immaginarlo titolare venerdì a Brescia?

Gotti “riparatore”

Il 3-2 rischia di far dimenticare i rischi, le sofferenze e la bella partita, matura, dell’Udinese. Il merito del Milan è aver voluto fortemente questo successo. Giocando, e non è la prima volta, due partite in una. La prima deprimente, molle e piuttosto confusa tatticamente. La seconda divertente, spettacolare ma pericolosamente sbilanciata: Pioli ha rischiato il tutto per tutto, doveva farsi perdonare gli errori di partenza, e gli è andata bene. Gotti ha dato all’Udinese un’impronta di manovra e personalità fin qui sconosciute. Continuando così, il pericolo retrocessione è scongiurato. Certo, vista questa Udinese ieri, e quella in balia della Juve in Coppa Italia — senza Lasagna, Mandragora, Fofana & c. —, si capisce che non c’è squadra-B...

Esperimenti Pioli

Si diceva in settimana che il 4-4-2 potesse essere il sistema per rendere più solido il Milan, magari evolvendosi in un più moderno 4-2-3-1. Pioli è arrivato a questa soluzione dopo una falsa partenza. Il tecnico studia, cerca opzioni diverse, vuole sorprendere. Ma il 4-3-3 iniziale, con Bonaventura mezzala sinistra in continuo movimento, disorienta più i rossoneri che i rivali. Scoprendo poi la fascia sinistra dove Stryger Larsen trova il gol della vita, dopo il grave errore in uscita di Donnarumma. La squadra non si ritrova, Ibra pare svogliato e poco mobile.

4-2-3-1 e Rebic

Pioli recupera attraverso continui aggiustamenti. Il possesso del campo dell’Udinese lo convince a passare al 4-2-3-1, spostando Bonaventura trequartista centrale. Ma Jack si muove ancora tanto, troppo, e spesso scambia (perché?) posizione con Leao offrendogli il centro e allargandosi lui a sinistra. Risultato? Una gran confusione. Cambio necessario a inizio ripresa. Rebic a sinistra e Leao in mezzo: la squadra si equilibra, il brasiliano (discontinuo) allevia la solitudine di Ibra, entra in partita anche Castillejo.

Che finale

Rebic segna subito l’1-1 entrando da dietro. L’indispensabile Hernandez prende la mira da fuori per il 2-1. Donnarumma si fa un po’ perdonare con due parate decisive. Il 2-2 di Lasagna, acrobazia di testa sul contropiede, illude l’Udinese passata intanto al 4-3-3. Solo che la concentrazione cala fatalmente e Rebic, con l’aiuto di Ibra, firma il successo con la faccia di chi ci ha sempre creduto.

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