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Il commento del Corsport a Sassuolo-Udinese

L’occasione alla resa dei conti la spreca il Sassuolo, che pure le prova tutte per battere l’Udinese dovendosi accontentare di un altro 1-1 al Mapei Stadium dopo il precedente col Cesena, perché Stramaccioni fa di necessità virtù con 6...

Monica Valendino

L’occasione alla resa dei conti la spreca il Sassuolo, che pure le prova tutte per battere l’Udinese dovendosi accontentare di un altro 1-1 al Mapei Stadium dopo il precedente col Cesena, perché Stramaccioni fa di necessità virtù con 6 assenti cominciando da Di Natale (nottata tormentata per la febbre, rivela il tecnico), più perde Geijo che dopo 20’ deve arrendersi per una fitta alla coscia destra. Non basta il perfetto stacco di testa di Zaza, sul cross di Vrsaliko dalla destra (per l’attaccante 7 gol di cui 3 consecutivi), visto che Thereau al primo tentativo bianconero si fa trovare prontissimo sulla palla filtrante di Allan e piazza il diagonale di destro (per lui 6 reti, la quarta in trasferta). I due colpi accendono la partita lasciando la sensazione che l’Udinese non si disunisce quando va sotto e trova sempre il modo di reagire anche quando subisce la spinta degli avversari. 

SOGNI SUL PALO. Gli emiliani hanno il vizio di farsi rimontare (è accaduto 5 volte, nessuno ha fatto peggio, col record di 6 pareggi interni), così come i friulani prendono gol da 10 turni filati. I rimpianti neroverdi stanno tutti nel palo preso a 6’ dalla fine da Berardi, tutto spostato sulla sinistra sul cross dell’onnipresente Vrsaliko (l’unico straniero in campo del Sassuolo) e deviazione di testa di Floccari che finisce per innescare il compagno.

Vanno in fumo invece le polemiche quando sempre nella ripresa (12’) lo stesso Berardi si destreggia in area e va già incrociando Domizzi, l’unico italiano schierato dai bianconeri (“Ho allargato un po’ il braccio ma non l’ho spinto”, dice il difensore). Le proteste sul momento sono furiose e per tutti rimedia il giallo Cannavaro che, diffidato, contro il Genoa (come l’ex Vrsaliko) non ci sarà. Sono queste le due situazioni da brividi che scaldano di più i protagonisti in campo e la gente sugli spalti.

Diventa solo un’illusione per il popolo emiliano il martellamento che a tratti tiene l’Udinese rintanata tra mille sofferenze e capace di vacillare senza cadere.

QUANTE MOSSE. Di Francesco vuole vincere: spinge i suoi a cercare sempre la porta di Karnezis che deve deviare il sinistro di Longhi dalla distanza (25’) e trema sul tentativo di testa di Zaza prima del pareggio di Thereau, fino alle incursioni nella ripresa di Berardi (l’anticipa Piris al 15’), Zaza (girata da brividi al 20’ e fiato sospeso al 26’ quando in scivolata lo frena Domizzi e poi anche il portiere).

Il tecnico neroverde recrimina per le occasioni e per l’episodio di Berardi sul quale l’arbitro non ha dubbi facendo proseguire. L’Udinese fa una partita di sacrificio, si difende e riparte.

Stramaccioni apre la ripresa passando con Heurtaux alla difesa a quattro, e a stretto giro sogna il ribaltone quando Thereau va alla conclusione improvvisa col mancino sventata da Consigli. E’ vero che il Sassuolo tiene palla e la gira continuamente, però è altrettanto vero che in un paio di situazioni rischiano di fare male i friulani con Fernandes: il portoghese nel secondo tempo si fionda nel cuore dell’area (27’) dopo un bello spunto sulla destra di Widmer e calcia di destro a colpo sicuro con palla a lato, quindi ci riprova con una gran botta dal limite (34’) respinta da Consigli.

Il finale è dei padroni di casa e Di Francesco ribadisce una volta di più di voler prendersi il massimo quando inserisce Floccari e la squadra si schiera col 4-2-4 per giocarsi il tutto per tutto. Manca la stoccata decisiva e va benissimo all’Udinese che esce indenne ben consapevole di aver fatto risultato nonostante tutti i cerotti coi quali si era presentata al Mapei Stadium.

Tratto dal Corriere dello Sport

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