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La lotta salvezza analizzata squadra per squadra

La Gazzetta analizza il momento delle contendenti alla permanenza in Serie A

Redazione

La corsa salvezza aanlizzata dalla Gazzetta dello Sport squadra per squadra.

SPAL

COSA VA Dall’inizio del ritorno la Spal ha ritrovato con continuità il gol, Petagna è salito a quota 8. I centrocampisti, in particolare Valoti e Kurtic, si inseriscono con efficacia. Si resta in attesa delle reti degli altri attaccanti, ad iniziare da Paloschi che, sta superando Antenucci nelle gerarchie di Semplici. Il tecnico ha trovato in Missiroli il regista cercato da inizio stagione, che per squalifica però salterà la gara con la Fiorentina. Viviano, arrivato nel mercato di gennaio, sta rispettando le aspettative.

COSA NON VA E’ un periodo di appannamento per Lazzari, che non si è ripreso dall’infortunio alla caviglia rimediato a fine dicembre. In difesa ancora qualche distrazione di troppo. A Bergamo si è fatta sentire l’assenza di Felipe che, in attesa di Regini, è l’unico elemento esperto del reparto. Resta il tabù interno, in casa la Spal non vince dal 17 settembre, un intero girone. L’ultimo acquisto Jankovic non sarà disponibile almeno per un mese. Semplici deve attendere per contare sul giocatore ingaggiato per assicurare fantasia e rapidità.

CAGLIARI

COSA VA La squadra ha voglia di rivalsa, segue Maran, anche nelle mutazioni tattiche. Il passaggio dal modulo col trequartista al 4-4-2 dà idea di un gruppo che sa assorbire e mettere a regime assetti differenti: il tema può fare la differenza. In attesa del riemergere dei valori chiave (organizzazione, forza, individualità) avere la testa e le gambe giuste per mitigare il momento no, è risorsa preziosa. Inoltre, Padoin e soci mantengono l’atteggiamento utile a ribaltare le situazioni più complicate. Un Cagliari che non molla e prova ribaltare il risultato, lascia ben sperare la tifoseria. Intanto, occhi puntati su Pavoletti . Senza i gol del bomber (7 reti) si soffre.

COSA NON VA Attacco asfittico, difesa in affanno, con Cragno che da troppe giornate è tra i migliori. Ma anche una manovra incerta, pochi tiri in porta, una sola vittoria nelle ultime tredici gare: troppe cose storte. Condite da una marea di infortuni (Castro, Klavan, Birsa, Théréau) ed episodi negativi: le traverse colpite da Deiola (con l’Atalanta) e Joao Pedro (Milan) sono l’esempio.

BOLOGNA

COSA VA L’effetto Mihajlovic è stato immediato, quattro punti in due partite e il ritorno alla vittoria dopo quattro mesi. Con il nuovo tecnico – che domenica ha inviato un videomessaggio alle figlie Virginia e Viktorija impegnate al reality L’isola dei famosi: «Non perdete mai il sorriso e siate sempre voi stesse» - il Bologna ha mostrato uno spirito più propositivo e aggressivo. Rivitalizzato anche Mattia Destro, che ha subito ripagato della fiducia con un gol. Il centravanti sarebbe un valore aggiunto fondamentale nella corsa alla salvezza in un attacco che ha diverse frecce: da Santander a Palacio.

COSA NON VA Le lacune e i difetti non possono sparire nello spazio di un paio settimane. La squadra resta troppo propensa a ingenuità. L’infortunio di Lyanco, che a San Siro era parso subito molto integrato con Danilo, ha un po’ rallentato il processo. Il calendario non aiuta: esame dell’Olimpico contro la Roma, poi l’arrivo della Juve e lo scontro diretto a UdinE

EMPOLI

COSA VA L’Empoli ha in squadra Ciccio Caputo, un attaccante in grado di fare la differenza. Undici gol e tanta fame di arrivare. È lui il trascinatore della squadra. Come aveva fatto Andreazzoli, ora Iachini sta lavorando tatticamente per metterlo in condizioni di segnare. Pasqual e Di Lorenzo sono le ali che lo vogliono fare volare, Krunic e Traorè gli fanno da supporto. Farias e Oberlin cercheranno di aiutarlo, ma non hanno ancora l’intesa che c’era con Zajc, ora in Turchia.

COSA NON VA La difesa, nonostante la prova solida offerta nella partita persa contro la Lazio, fa troppi errori, dal portiere ai tre centrali. Errori personali che pesano come macigni sulla classifica. Iachini ci sta lavorando, ma la sensazione è che sia soprattutto un problema di singoli. Dragowski, arrivato in gennaio in prestito dalla Fiorentina, può essere la soluzione? Al momento il portiere non ha mai giocato per un problema muscolare. Intanto filtra cauto ottimismo per Miha Mevlja, il difensore sloveno preso dallo Zenit per il quale oggi potrebbe arrivare una notizia positiva sulla validità del suo tesseramento.

FROSINONE

COSA VA La squadra ha una sua precisa identità e sta giocando da formazione di Serie A, come vuole il suo allenatore Marco Baroni. Ha ritrovato compattezza e coraggio, mantenendo le giuste distanze tra i vari reparti. Si difende con ordine e quando attacca lo fa senza perdere il necessario equilibrio.

COSA NON VA Davanti manca ancora quel pizzico di cinismo in più, indispensabile per mettere in cassaforte il risultato. E, probabilmente, la squadra dovrebbe portare più uomini nell’area avversaria: con 17 gol è la squadra meno prolifica del campionato. Intanto, più passano le giornate e più Ciano diventa l’elemento prezioso sia nella fase di raccordo tra centrocampo e attacco, sia come potenziale attaccante, con quel sontuoso e velenoso mancino che si ritrova. Un giocatore, insomma, dal quale non si può prescindere. Senza dimenticare Daniel Ciofani che, tornato titolare a distanza di un paio di mesi, ha ripreso subito a segnare e Chibsah il quale, sbaglierà pure qualche passaggio in fase di impostazione, però in mezzo al campo corre e lavora per due.

CHIEVO

COSA VA Le punte hanno trovato i giusti movimenti, anche senza il faro Pellissier, che si è fermato per infortunio. L’intesa fra Spepinski e Djordjevic ha prodotto vivacità e buoni dialoghi, senza far troppo male alla Roma. Ed anche Meggiorini è in ottime condizioni. Promettente l’innesto di Dioussé davanti alla difesa, elemento già insostituibile della mediana dopo la partenza di Radovanovic. In crescita pure Schelotto, un altro dei rinforzi di gennaio.

COSA NON VA La difesa ha ripreso a subire troppi gol, 12 nelle ultime quattro partite. Una fragilità spesso figlia di disattenzioni evitabili, in un reparto che non ha mai davvero potuto contare su un riferimento sicuro come Tomovic e pieno di problemi fin dal ritiro estivo. Nota dolente anche ai lati. Dove Jaroszynski continua a dare poche certezze a sinistra costringendo Di Carlo ad adattare Barba, togliendo quindi rapidità alla zona centrale individuata subito come una delle prime lacune da colmare. E a destra s’è bloccato Depaoli, punto di domanda in più prima dell’ultimissima spiaggia di Udine.

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