udinese

Messaggero Veneto: Dal Cin ‘La politica era ostile a Mazza’

Lunga intervista a Franco Dal Cin all’interno del Messaggero Veneto, dove ha parlato anche della genesi del ‘Friuli’: «Sì, è lo stadio dei friulani. Anche se io lo chiamerei stadio Angelo Candolini perché il sindaco fu...

Monica Valendino

Lunga intervista a Franco Dal Cin all'interno del Messaggero Veneto, dove ha parlato anche della genesi del 'Friuli': «Sì, è lo stadio dei friulani. Anche se io lo chiamerei stadio Angelo Candolini perché il sindaco fu determinante per la nascita e la crescita di quella struttura».

Giampaolo Pozzo vuole dare il nome di uno sponsor allo stadio... «È un grande imprenditore, ha fatto grande l’Udinese ma non è mai stato un comunicatore. La sua società ha un conto economico imbarazzante, incassa milioni e milioni, dice di essere il presidente della squadra dei friulani e in quanto rappresentante dei friulani sbaglia a “vendere” lo stadio per 400 mila euro o giù di lì. L’hanno capito anche in Regione con quella mozione all’unanimità. E lo dice uno che a Reggio Emilia vent’anni fa ha fatto costruire il primo stadio di proprietà di una squadra di calcio in 9 mesi...».

La gioia più bella? «Una in particolare: il gol di Gerolin al Napoli che ci portò alla salvezza. La partita stava finendo, guardavo quei 40 mila appollaiati sulle tribune e pensavo: non possiamo retrocedere. Abbassai lo sguardo e vidi Manuel segnare. Invasi il campo, non l’ho mai più fatto. Ma quell’anno inizio con un capolavoro (sorriso furbo...ndr) Quale? «Con le pubbliche relazioni fatte bene riuscimmo a far mandare in B il Milan e la Lazio implicati nelle scommesse e fummo ripescati».

Poi iniziò il miracolo... «La squadra dell’82-’83 era meravigliosa: Surjak, Edinho, Causio e gli altri. Avevamo dietro un colosso da 30 aziende e 30 mila posti di lavoro come la Zanussi. Io avevo carta bianca da Mazza, che faceva le riunioni in azienda a seconda dei miei orari...che anni».

Il Friuli? «Riempiva lo stadio. Fino a 50 mila persone arrivarono alle partite, ben oltre la capienza, arrivammo pure ad avvicinare le poltroncine per creare più posti...».

Dal Cin...Zico...Lei comprò Zico all’Udinese, è come se adesso Gino Pozzo comprasse Messi... «Sì, e io a Gino Pozzo, grande conoscitore del calcio, basta vedere cosa sta facendo col Watford, proprio Messi consiglierei perchè è un fuoriclasse assoluto che può vincere le partite da solo».

Ci racconti quell’affare... «Lamberto Giuliodori dal Brasile ci aveva già portato Edinho, mi continuava a parlare di Zico, che il Flamengo voleva venderlo...Finché andai a trattare Zico col procuratore».

Quale fu la chiave di tutto? «Lo sfruttamento dei diritti d’immagine del calciatore...ora è normale...allora no. Creammo una società apposta, la Groupings. Il miliardo di lire che davamo a Zico d’ingaggio lo pagavamo con gli sponsor: 300 milioni dalla Zeta Color, 200 da altri sponsor, 500 da esclusive che avevo venduto alle tv di Berlusconi».

Finì tutto troppo presto... «La politica, la gente che contava erano ostili a Mazza...finì tutto. Altro che “stadio dell’elettronica” che stava nascendo intorno al maxi Cosmo. Il presidente fu “liquidato” dalla Zanussi con l’Udinese, io capii tutto prima e firmai per l’Inter prima della fine del campionato ’83-’84. Peccato...avevo già pensato a rinforzare la squadra: avevo in mano il brasiliano Junior e avremmo preso un forte difensore centrale italiano al posto di Edinho. Trattavo Bruno Giordano e un certo Roberto Mancini. Ogni volta che incontro me lo ricorda». 

tutte le notizie di

Potresti esserti perso