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Messaggero Veneto: È un’Udinese da piangere Così si va diritti in serie B

Segna Zaniolo, Fazio viene espulso e la Roma in dieci nella ripresa fa poker. Il destino di Tudor sembra segnato

Redazione

L'apertura del Messaggero Veneto sulla disfatta dell'Udinese.

Fosse un film, il titolo sarebbe scontato: "Il disastro". Se Roma non fu costruita in un giorno - vox populi -, l'Udinese aspetta di sicuro dal 15 maggio di tre anni fa (salvezza ai danni dei Carpi e contemporaneo addio a Totò Di Natale) chi possa riportarla almeno allo status di una tranquilla provinciale, tutta casa e famiglia, o meglio Friuli quasi inespugnabile e tifosi sempre al fianco. Ieri, nella notte di un turno infrasettimanale, si è capito che Igor Tudor non è l'allenatore del quale fidarsi per cercare di costruire una squadra credibile, altrimenti non avrebbe avuto una risposta così scoraggiante da quella che, appena la scorsa domenica, si era rivelata come una squinternata banda del buco, capace di prendersi sette ceffoni dall'Atalanta. Diciamocelo chiaramente: il destino del tecnico di Spalato era nelle mani dello spogliatoio dopo una simile disfatta, lo stesso Tudor si era affidato ai giocatori alla vigilia, con quella dichiarazione di guerra alla Roma ("Credo che avrà vita dura") che era un'esortazione e, allo stesso tempo, un "voto di fiducia" da parte del gruppo. Voto che non è arrivato, un modo chiaro per slegargli le staffe: non è più saldo in sella l'allenatore croato che nella notte decisiva ha scelto di affidarsi praticamente allo stesso undici iniziale mazzolato senza pietà dalla Dea, visto che l'unica novità era dettata dal giudice sportivo che ha appiedato Opoku dopo il "rosso" ricevuto la scorsa domenica. Dentro Ter Avest al suo posto. Un altro messaggio lanciato alla squadra. «Adesso riscattatevi». Dal punto di visto tattico, invece, i ruoli assegnati stavolta sono decisamente più "naturali". Perciò il già citato Ter Avest sulla destra al posto dell'infortunato Larsen e Sema di nuovo sulla sua amata corsia mancina. Tanto che è proprio il nazionale svedese il più pericoloso dell'Udinese, con un'avanzata che lo porta ad aggirare Santon e a chiedere il calcio di rigore per un'ancata del romanista. Tutto regolare fa cenno Irrati. Succede così che, con l'inerzia del gioco sostanzialmente in mano, Samir, l'altra pedina riportata al proprio posto nel 3-5-2 di Tudor, combini un autentico disastro.Liscio clamoroso su uno spiovente e tappeto rosso steso verso la porta per Zaniolo che sfrutta l'invito al gol. Il mondo crolla addosso all'Udinese, a quel punto, le insicurezze bianconere si amplificano e il Friuli, con altri 24 mila tifosi sugli spalti, comincia a rumoreggiare ad ogni controllo poco felice. In questo frangente si distingue De Paul che sbaglia anche i passaggi più facili, dimostrando di non meritare il ruolo del leader. (...)

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