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Messaggero Veneto: «Gotti merita fiducia a Parma se la giocherà: sarà un’altra battaglia»

Alessio Tacchinardi, opinionista sulle reti Mediaset e volto del nuovo Pressing serie A su Rete4 parla dei miglioramenti dei bianconeri fatti vedere a San Siro nonostante la sconfitta bruciante

Redazione

L'apertura del Messaggero Veneto dedicata all'Udinese con le parole di Tacchinardi.

«Macché cambio sbagliato! Gotti ha dato vita a un'Udinese tosta, quadrata e "rompiballe".Tolte le grandi, in questo momento non ci sono molte squadre capaci di fare una partita di spessore come l'ha fatta l'Udinese a San Siro, e vedrete che a Parma sarà un'altra battaglia». Alessio Tacchinardi focalizza la sua lente da esperto su bianconeri e crociati dopo averli visti entrambi all'opera. D'altronde è anche il suo ruolo di opinionista Mediaset, domenica era in studio con Walter Zenga a Pressing serie A, su Rete 4, a imporgli aggiornamenti costanti, una visione allargata che funge anche da termine di paragone per l'Udinese.Tacchinardi, qui in Friuli l'amaro calice della sconfitta di San Siro non è ancora andato giù...«Fermi tutti. L'Udinese è stata protagonista di una partita bellissima, tra le più avvincenti di questo campionato. È andata in vantaggio, avrebbe potuto raddoppiare nel primo tempo, è stata ripresa, scavalcata e ha reagito avendo la palla del possibile ko. Tolte le grandi, non so quante altre avrebbero fatto una partita così di spessore a San Siro».Allora qual è stato il peccato capitale?«Non posso dire che l'Udinese abbia sbagliato in qualcosa. Tuttavia, per le caratteristiche che ha, il Milan di oggi ti porta a spaccare la partita e ad allungarti, con due terzini che sono due ali e con tutti i giocatori offensivi che Pioli ha avuto il coraggio di mettere, dunque ti costringe a fare una partita aperta, all'inglese, e in queste situazioni in cui può vincere uno o l'altro, solitamente il risultato viene determinato dalla qualità dei singoli».Pioli l'ha cambiata con Rebic. Forse Gotti ha sbagliato il suo ultimo cambio togliendo Okaka?«Macché, questo è un discorso da bar, buono per i titoli sui giornali. Se l'Inter l'avesse vinta a Lecce con il subentrato Bastoni si sarebbe parlato di Inter d'acciaio con Conte incensato. Invece Conte poi ha ammesso che la sua squadra non vince se non va a duecento all'ora. L'episodio dunque condanna l'Udinese, ma Gotti ha dato vita a una squadra tosta, quadrata e "rompiballe", a cui forse si può solo imputare di essersi fatta attrarre dalla possibilità di vincere, rinunciando alla sua migliore caratteristica nel finale, la solidità». A proposito di qualità, l'Udinese dove andrebbe ritoccata?«A me piace e obbiettivamente vedo una squadra abbastanza buona nella rosa e nei cambi. Credo che possa fare un discreto campionato, senza patemi». Luci e ombre di San Siro sui singoli?«Lasagna si è sfiancato e mi piacerebbe che facesse qualche gol in più, Fofana è un bel martello e anche se non appaga l'occhio è di sostanza e carismatico, mentre mi auguro che Mandragora continui a crescere e in fretta. Mi aspettavo un salto di qualità più veloce, ma i tempi di maturazione non sono uguali per tutti, e un esempio è il Locatelli che il Milan ha aspettato e che ora al Sassuolo è maturato. Penso che possa e debba incidere di più, lo vorrei vedere più carismatico, un po' come il Rabiot della Juve che non è arrembante come potrebbe».De Paul, invece, la convince nel ruolo di interno destro?«Mi piace molto, a Milano ha fatto una partita onesta senza squilli, ma deve provare a fare il saltino e confrontarsi con i grandi. Lo vorrei vedere giocare in un top club». (...)

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