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Messaggero Veneto: L’Udinese non osa la battaglia di Verona regala un punticino

Il pari al Bentegodi fa respirare i bianconeri, Tudor non rischia le due punte e nell'ultima mezzora l'Hellas ha preso d'assedio l'area di rigore friulana

Redazione

L'analisi del Messaggero Vento sul pari di Verona da parte dell'Udinese.

Novanta minuti di battaglia per un punto in classifica come sarebbe piaciuto a Diocleziano, generale, imperatore, simbolo di Spalato. Perché quello di ieri al Bentegodi era il derby triveneto, ma anche quello di Tudor e Juric, che hanno mosso almeno la classifica con Udinese e Verona.Ma chi aspettava una risposta convincente di marca bianconera, chi si attendeva due punte là davanti per dare uno scossone alla classifica è rimasto deluso. Altro che Nestorovski al fianco di Lasagna: anche stavolta il tecnico croato ha optato per il centravanti unico, rinunciando pure al doppio trequartista. Insomma, nonostante l'assenza dello squalificato Don Rodrigo (in attesa di sentenza sulla richiesta di sconto per essere in pista con il Bologna), Tudor ha proposto al Bentegodi la formula De Paul, con Barak alle spalle della punta e un centrocampo a cinque, stavolta con Fofana nei ranghi, nel ruolo di mezzala sinistra, con Mandragora interno destro e Jajalo regista davanti alla difesa. Una difesa che ha recuperato Ekong, di nuovo centrale titolare con Becao e Samir ai fianchi nella linea davanti alla porta di Musso. Considerando che sulle fasce laterali c'erano sempre Larsen e Sema, la novità si concentrava nella posizione più arrestata, con Barak al posto di Pussetto rispetto a quello che si era visto con il Brescia, a testimonianza che secondo il mister spalatino quella non è stata una gara tutta da rottamare. Può darsi, di certo il risultato non può non condizionare il giudizio su una singola partita, anche se il campionato è ancora all'alba.E in virtù di questo assunto è chiaro che neppure l'Udinese vista all'opera ieri può essere considerata esaltante, proprio per lo scarso impatto offensivo dei bianconeri ieri vestiti d'arancione. Prendete, per esempio, Barak. Non è il massimo per interpretare quel ruolo di trequartista alle spalle di un'unica punta. Ci vuole fisico, capacità di reggere i contatti visto che, spesso, capiti spalle alla porta. E pure un pizzico di inventiva. Nulla. Il buon Tonin che morde il freno perché vuole tornare protagonista come era stato due anni fa, è ancora la controfigura di quel giocatore. Anzi, un altro giocatore: più magro, meno prestante, evidentemente segnato da una stagione in gran parte passata in infermeria, complice un lungo interminabile mal di schiena.Ma le sue occasioni, seppur contate, l'Udinese le ha avute nella prima ora di gioco, sicuramente più di quante ne ha prodotte l'Hellas, 6 (tre i tiri nello specchio) contro 4 degli avversari, di cui due clamorose capitate sul sinistro di Lasagna. Sì, proprio l'amato piede sinistro. Tanto che è difficile spiegare perché il numero 15 non sia riuscito neppure a inquadrare il bersaglio, a metterla tra i pali, in particolare sul finire del primo tempo, quando su una "spizzata" di testa di Becao, dopo un corner, Kevin solo soletto davanti a Silvestri ha sparato alle stelle.(...)

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