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Messaggero Veneto: Mandi Totò, sarà un’altra Udinese

Totò ha dimostrato talento, voglia di crescere e una grande sensibilità nei confronti della società e dei tifosi

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto dedicata allodio a Di Natale e al futuro in  casa Udinese.

Ore 22.22, sotto l'arco dei Rizzi finisce un’era. Totò entra per l’ultima volta sul campo del “suo” stadio a segnare il gol numero 191 con l’Udinese: non si sa se vorrà restare un giocatore altrove, magari al soldo di un emiro, o se si trasformerà - come sembra - in un dirigente qui in Friuli, di certo non lo vedremo più con il bianconero addosso. «È stato bellissimo, sono stati 12 anni bellissimi - ha detto uscendo dal campo - ringrazio tutti, la società, la mia famiglia, il pubblico che anche stasera è stato commovente. Continuare a giocare? A Udine no. Io dirigente? Parlerò col presidente». L’Udinese dei miracoli, quella delle due qualificazioni Champions, quella dei tre pass europei consecutivi con Guidolin al timone, l’Udinese di Domizzi e Pasquale, anche loro salutati dalla nostra gente, si è spenta ieri con i riflettori accesi per la sfida con il Carpi, vinta orgogliosamente ma inutilmente dagli emiliani (retrocessi), rovinata irrimediabilmente dall’ennesimo pollo Aia di una batteria di basso profilo, come direbbero i Lo Bello, i Gonnella, gli Agnolin, i Collina: l’arbitro Paolo Silvio Mazzoleni che nel giro di due minuti ha optato per un rigore (dubbio, o per lo meno fiscale) e un’espulsione diretta per proteste a Theraeu.

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