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Messaggero Veneto: Pradè, la Fiorentina e l’incrocio con l’Udinese

Domenica i bianconeri ritroveranno il dirigente che pensò ai gol di Okaka per l'ultima salvezza e che voleva portare De Paul in viola

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto sul doppio ex Daniele Pradè.

«Si accomodi Pradè». Ne ha fatta di strada l'ex diesse della Spes Olmi da quando il presidentissimo della Roma Franco Sensi lo chiamò nel Duemila per far parte della "macchina" che conquistò l'ultimo scudetto giallorosso. Da allora Daniele Pradè si è costruito una solida immagine di dirigente, di esperto dotato pure del guizzo per far girare la stagione, o il mercato della sua società. Prendete per esempio la Fiorentina che l'ha richiamato per "scavallare", passare dalla proprietà Della Valle a quella del paisà Rocco Commisso. Ha difeso i giovani (a cominciare da Chiesa), ha sganciato le zavorre - come Thereau -, ha cercato il colpo De Paul col quale aveva un ottimo rapporto anche a livello di entourage, ha girato la frittata di un mercato attendista con il colpaccio Ribery. Una mossa da maestro. Ma anche nell'unico anno in Friuli ci ha messo del suo. «Ste' lascia il Watford, torna in Italia per i gol salvezza dell'Udinese, ti rilancerai». Ecco il messaggio ad Okaka che conosceva da giovanissimo alla Roma e che ha portato qui lo scorso gennaio, convincendo anche Gino Pozzo. Un'operazione azzeccata. L'unica ombra resta quel Teodorczyk scomparso dai radar bianconeri e su quale giurava: l'Udinese aspetterà ancora "Bomber Teo" o a gennaio lo saluterà?

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