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Messaggero Veneto: Turci già al lavoro

Obiettivi stagionali Ce ne sono ancora tanti da centrare da qui a fine campionato La volontà della società è quella di alzare sempre più l’asticella

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto dedicata a Turci.

Era il 7 aprile del 2002 quando Gigi Turci disputò la sua ultima partita con la maglia dell’Udinese. Accadde al Tardini di Parma e i bianconeri persero 2-0. «Segnarono Diana e Hakan Sukur», ricorda il diretto interessato. Quindici anni dopo l’ex portiere torna a fare parte della famiglia bianconera. Il ruolo è quello di “Responsabile dell’area Sviluppo Sportivo”, una qualifica un po’ fumosa che lo stesso Turci cerca di spiegare: «Partiamo da un presupposto – dice –: che l’obiettivo della società è quello di alzare l’asticella a 360 gradi. Perciò il mio compito sarà quello di aiutare i giovani a crescere attraverso la mia esperienza. Dovrò seminare il seme del possibile. In questa stagione ci sono ancora tanti obiettivi da raggiungere e a mio modo di vedere questa squadra è più forte rispetto a quella che conquistò la prima volta la coppa Uefa. Allora avevamo molti giovani che arrivavano dalla serie C: penso a Bertotto, Pierini, Giannichedda. Con lo spirito di gruppo, però, riuscivamo a sopperire ad altre carenze». Turci, dicevamo, ritorna all’Udinese dopo quindici anni. Dopo la sopracitata partita di Parma ne mancavano altre quattro alla fine della stagione. Le giocò De Sanctis e a distanza di tanto tempo Gigi svela il motivo: «Ebbi uno screzio con mister Ventura che preferì non farmi più giocare. Io non feci polemica per il bene della squadra che in quel momento si stava giocando la permanenza in serie A». A fine stagione Turci lascerà Udine destinazione Sampdoria per poi chiudere la sua storia di calciatore nel Cesena. «L’Udinese ha rappresentato l’apice della mia carriera, sono arrivato che avevo 26 anni e me ne sono andato che ne avevo 32: in Friuli sono maturato sia come uomo che come professionista». Nella nostra regione ha deciso di continuare a vivere prendendo residenza a Grado anche quando il lavoro di preparatore dei portiere lo ha portato lontano (nella sua Cremona, per esempio). «Questa chiamata dell’Udinese rappresenta per me una importante gratificazione – le parole di Gigi –. Ricoprirò un ruolo che di fatto nel calcio italiano non esiste, ma l’Udinese è una società che ha sempre giocato d’anticipo in questo senso». Ha firmato un contratto fino a giugno con opzione per quello successivo: «Era la volontà di entrambe le parti – spiega –. Ci rivedremo a giugno e decideremo se proseguire il rapporto o meno». Quello di ieri è stato il suo primo giorno di lavoro. Ha spento il telefono alle 11 di mattina e lo ha riacceso solo nel tardo pomeriggio. Ha preso contatto un po’ con tutti, a cominciare da mister Delneri. «Il mio – ci tiene a precisare Turci –, non sarà un lavoro di campo. Seguirò i giovani spiegando loro cosa significa essere professionisti in Italia. Tre saranno i principi cardine sui quali insisterò: senso di appartenenza, cultura del lavoro e disciplina».

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