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Messaggero Veneto: Udinese, un altro gol di Okaka basta per abbattere il Toro

Dopo quello al Bologna, il centravanti firma un nuovo 1-0 al Friuli, il resto lo fa una retroguardia che ha incassato solo 6 reti

Redazione

Il commento del Messaggero Veneto alla vittoria dell'Udinese.

Ci sono le "'Ventimila leghe sotto i mari"' di Giulio Verne, c'erano fino a ieri i 1.466 giorni sotto il Toro, visto che l'Udinese era da tempo immemore che non riusciva a battere i granata in casa. Lo stadio non era ancora finito per come è ora il Friuli, in campo c'era l'immortale Totò - che segnò -, in panchina la meteora Stramaccioni che nel frattempo è finito nel calcio persiano, mentre dall'altra parte sedeva, prima di finire in malora (svedese), il futuro ct Ventura.Sembra essere passato un secolo, almeno loro allora riuscirono a soffrire accanto alla squadra. A differenza di quanto è successo ieri, con Igor Tudor in tribuna, nei pressi di quello che, sotto l'arco dei Rizzi, è sempre stato il box presidenziale della famiglia Pozzo: l'Udinese per incamerare i tre punti, per cancellare quella che rischiava di diventare una vera maledizione, ha dovuto superare anche lo scoglio della squalifica del tecnico, al quale la Corte d'appello federale in settimana aveva negato la grazia a differenza di quanto era successo al collega Walter Mazzarri, regolarmente al suo posto, seppur con un profilo decisamente più disciplinato del solito, anche nella ripresa, nonostante lo svantaggio. Chiaro che avvertiva sul collo il fiato del direttore di gara, della marcatura a uomo che gli sarebbe costata l'espulsione (stavolta con annessa squalifica) alla prima marachella, chessò, uno sconfinamento dalla cosiddetta area tecnica, quella presidiata dall'altra parte da Luca Gotti, ex vice di Sarri al Chelsea da quest'anno tra i collaboratori ''patentati'' di Tudor.Detto dell'assetto a bordo campo, bisogna sottolineare quello nel rettangolo di gioco, dove si sono confrontate, al meno all'inzio, due squadre speculari: da una parte il 3-5-2 dell'Udinese con Okaka e Lasagna di punta, dall'altra il timido 3-5-1-1 del Torino con Verdi trequartista alle spalle dell'unica punta Belotti. Ma non sono causate soprattutto dal numero degli attaccanti le difficoltà bianconere in fase offensiva. Prendete per esempio il primo squillo, il palo di Sema (in crescita sulla fascia sinistra) sul quale Okaka non è riuscito a piazzare il più facile dei gol "di rimbalzo". All'Udinese manca il killer instinct, evidentemente. Per fortuna ha anche la miglior difesa del campionato da ieri, 6 gol subiti: Juventus, Inter, Cagliari e Verona ne hanno subito uno in più e se adesso i bianconeri si chiudono a riccio per poi ripartire, almeno si sa che l'equilibrio tattico è notevole, grazie alle alchimie predicate da Tudor, ieri in contatto con la sua panchina attraverso un auricolare.

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